Stampare prima o dopo la cucitura

Meglio tingere e stampare prima o dopo la cucitura di un capo?
Spessissimo mi sento fare questa domanda.
Quindi se anche tu stai pensando di realizzare un capo d’abbigliamento personalizzato con questa tecnica e ti poni la stessa domanda, leggi l’articolo, perché bene o male, troverai qualche spunto utile.
La mia risposta è, che dipende da diversi fattori, come il risultato estetico desiderato, la praticità e la qualità della stampa.
Io in genere preferisco lavorare in ecoprint e in tintura,  sui pezzi di tessuto, tagliati, ma non ancora assemblati o cuciti.

Stampare prima o dopo la cucitura

CONSIGLI E MOTIVAZIONI PER SCEGLIERE IL MOMENTO GIUSTO

Tingere e stampare prima della cucitura
Se decidi di tingere o stampare il tessuto prima di cucirlo , lavorerai sui singoli pezzi di stoffa, prima che questi vengano assemblati.
Questo, come dicevo, a mio parere, ha diversi vantaggi, si potrà infatti avere  decisamente un migliore controllo della stampa.
Infatti,  lavorando su pezzi di stoffa piani, si possono posizionare con più precisione le foglie e i fiori, per ottenere un disegno armonioso.
Quindi di conseguenza, la lavorazione, sarà più facile, perché sarà anche più semplice arrotolare il tessuto attorno ai supporti e sicuramente in questo modo, si riusciranno ad ottenere stampe più nitide e ben definite.
Anche la colorazione, in caso di tintura, sarà più uniforme, infatti, possiamo distribuire sicuramente il colore, in modo più omogeneo su tutto il tessuto.

TINGERE E STAMPARE DOPO LA CUCITURA 

cucire prima un modello e poi stampare
cucire prima un modello e poi tingere o stampare

Stampare o tingere un capo già cucito, significa immergere o trattare con la stampa, l’indumento nella sua forma finale.
In realtà, ci sono alcuni vantaggi.
Ad esempio il posizionamento preciso della stampa sul capo finito : puoi vedere infatti, esattamente dove posizionare le foglie e ottenere un effetto più armonioso.
Inoltre si potrà ottenere probabilmente, un effetto più naturale.

Stampa dopo la cucitura
Stampa dopo la cucitura

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Discharge

Cos’è il Discharge in Ecoprint?
Il termine “discharge” significa letteralmente “scarico” o “rimozione“.
In ecoprint, si riferisce alla capacità di alcune piante di decolorare la superficie del tessuto, trattato con mordenti o coloranti naturali.

Discharge su fondo scuro

 

Questo accade a causa di particolari composti chimici contenuti nelle foglie, che agiscono sui pigmenti già presenti nel tessuto e li modificano o li eliminano.
In questo modo, si riusciranno a creare motivi chiari su fondi scuri.

COME AGISCE IL DISCHARGE? 

Il discharge avviene, come dicevo,  attraverso reazioni chimiche tra i tannini, gli acidi e altri componenti presenti nelle foglie e i mordenti o i pigmenti del tessuto.
Il Discharge agisce in modo selettivo.
La conseguenza è un effetto di schiarimento, scolorimento o alterazione del colore di fondo, che creerà  effetti visivi di grande impatto.
La variazione, certamente dipende dalla pianta utilizzata, dal tipo di tessuto e dal metodo di mordenzatura.

PERCHE’ USARE IL DISCHARGE NELL’ECOPRINT 

Il Discharge aggiunge una dimensione extra all’ecoprint, permettendo di creare maggiori contrasti e profondità.
Si possono ottenere effetti tridimensionali, motivi in negativo e combinazioni di colori sorprendenti.
Praticamente, combinando piante che lasciano pigmento con quelle che rimuovono il colore, si possono ottenere effetti di ombre e luci, di chiari e scuri e di texture particolari.

Senza contare poi, che possono essere utilizzate tutte le foglie, anche quelle non prettamente tintorie e questo per la stagione invernale, dove le foglie scarseggiano, è di grandissimo aiuto.

PIGMENTI COINVOLTI NEL DISCHARGE 

Le piante che producono discharge agiscono su vari pigmenti, tra cui gli  antociani, che sono responsabili dei colori blu, viola e rossi; questi però, a volte,  possono subire variazioni cromatiche o addirittura sparire.
I carotenoidi sono tendenzialmente stabili, ma possono anche essere influenzati dai tannini. Lo sappiamo bene che nell’ecoprint, nulla è certo e tutto è possibile!
Poi incontriamo spesso, nelle foglie, i flavonoidi, che possono reagire con il mordente e creare effetti di scolorimento.

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Le tisane scadute

Tingere i Tessuti con Creatività: Idee con le tisane scadute
Quando pensiamo al tè e alle tisane, spesso li associamo a momenti di relax e benessere.
Tuttavia, questi infusi naturali possono essere utilizzati anche in modo creativo, per tingere i tessuti, in maniera sostenibile e originale.
Se hai delle tisane scadute o che hanno perso il loro aroma, invece di buttarle, puoi dar loro nuova vita, utilizzandole per colorare stoffe, capi d’abbigliamento, carta e non solo.

Tisane scadute
Tè e tisane, oltre ad essere bevande rilassanti, possono diventare però anche coloranti preziosi per tingere i tessuti in modo ecologico e perfino creativo, utilizzandole appunto, per la stampa.
Leggete fino alla fine e ne vedrete delle belle!

PERCHE’ USARE IL TE’ E LE TISANE PER TINGERE 

Le tisane e i tè contengono pigmenti naturali  e molto spesso anche tannini, che si fissano sulle fibre tessili, creando tonalità uniche e sfumature delicate.
Inoltre questa tecnica, è si ecologica, ma anche economica e riesce a dare un bel contributo alla riduzione dei rifiuti.

SCELTA DEL COLORE 

Se ci dedichiamo alla tintura, a seconda del tipo di tè o tisana utilizzata, possiamo ottenere tonalità diverse: il Tè nero → beige, marrone chiaro o sfumature seppia, il Tè verde → verde tenue o giallo-verde, la Tisana ai frutti rossi → rosa, viola o malva, la Tisana alla camomilla → giallo dorato,  il Rooibos → arancione caldo o ruggine, l’Hibiscus → rosa acceso o porpora, la Tisana alla curcuma → giallo intenso.
Insomma ogni tipo di tè o tisana regala un colore diverso.

PREPARAZIONE DELLA TINTURA 

Porta a ebollizione una grande quantità d’acqua in una pentola.
Aggiungi una quantità abbondante di tisane o tè (più ne usi, più intenso sarà il colore).
Lascia sobbollire per almeno 30-60 minuti, fino a ottenere un liquido colorato intenso.
Per tingere il tessuto, lava prima il tessuto con acqua e sapone neutro per rimuovere eventuali residui chimici e fare una sorta di spurga.
Immergi poi il tessuto nella tintura ancora calda e mescola bene.
Lascialo in ammollo per almeno 1-2 ore, ma anche mezza giornata.  Chiaramente più a lungo rimane, più il colore sarà intenso.
Oltre alla tintura uniforme, puoi sperimentare diverse altre tecniche, per creare effetti unici.
Se infatti desideri un effetto tie-dye o shibori, lega il tessuto con elastici o altri materiali, prima di immergerlo e otterrai delle belle fantasie.

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Testare nuove foglie

Testare nuove foglie per l’ecoprint
Il mio studio continuo, è dettato dalla passione per la natura che mi circonda e dalla passione per l’ecoprint.
Infatti studio le foglie sconosciute, per amore della tecnica, ma anche per curiosità e per la pura gioia della scoperta.
Vivo a Roma, tra due parchi e questa posizione privilegiata, rende le mie passeggiate quotidiane un’opportunità perfetta per osservare, raccogliere e sperimentare.
Ogni camminata diventa una ricerca, un’esplorazione tra forme, colori e consistenze che potrebbero rivelarsi sorprendenti per la stampa botanica.
E per chi, come me, ha la fortuna di vivere a Roma, circondata da due parchi, l’esplorazione diventa un’avventura quotidiana.
Passeggiando tra gli alberi e sentieri meno battuti, mi lascio ispirare dalla varietà di piante che incontro.

Passeggiata per testare nuove foglie sconosciute
Non mi limito alle solite specie, ma mi avventuro alla scoperta di foglie sconosciute, fiori selvatici e persino erbacce, consapevole che ognuna di esse, può regalarmi sorprese straordinarie.

LA MERAVIGLIA DELLA SPERIMENTAZIONE  

Provare nuove foglie è una vera avventura!
Non tutte contengono tannini o pigmenti forti, ma alcune riservano sorprese incredibili come questa bella foglia di aralia

Foglia di aralia
Foglia di aralia

Spesso, molte di noi, si affidano a foglie di piante già note per la loro capacità tintoria, come eucalipto, acero, quercia e noce.
Tuttavia, il mondo vegetale è veramente vasto e ricco di possibilità ancora inesplorate.
Infatti può succedere magari che foglie meno conosciute, imprimono colori straordinari e inaspettati.
Sperimentare significa appunto scoprire nuove possibilità, ampliare il proprio bagaglio di conoscenze e, soprattutto, lasciarsi stupire dalla natura.

PERCHE’ E’ UTILE TESTARE NUOVE FOGLIE A NOI SCONOSCIUTE

Cosa succede quando si usano foglie sconosciute, quelle che nessuno avrebbe mai pensato potessero stampare?

foglie insolite in ecoprint

Sicuramente per prima cosa ampliamo le nostre  conoscenze.
Ogni test aggiunge informazioni preziose, su quali foglie funzionano meglio e con quali mordenzature.
Scoprire nuove impronte vegetali apre la strada a combinazioni e disegni unici, quindi ad una creatività senza limiti !
Poi conoscendo più piante, si possono utilizzare materiali locali e stagionali, riducendo così, l’impatto ambientale.
Vogliamo parlare poi della gioia della scoperta?
Ogni stampa riuscita, credo, sia una piccola vittoria, un segreto della natura svelato, attraverso la nostra stampa su tessuto.

 

Nella foto qui sopra, ho usato la cymbalaria muralis, a mio avviso, un erba molto adatta alla stampa, pur se a riserva.

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Foglie di carrubo

Le Foglie di Carrubo: Caratteristiche, Curiosità e Segreti Botanici

Il carrubo, ovvero la Ceratonia siliqua, il cui nome scientifico fu assegnato da Linneo,  è un albero del paesaggio mediterraneo, un sempreverde, che mantiene le sue foglie durante tutto l’anno.
Appartiene alla famiglia delle Fabaceae ed è noto per i suoi frutti commestibili ricchi di zuccheri naturali , le carrube.
Anche le sue foglie hanno proprietà interessanti, soprattutto per noi che amiamo la stampa botanica, perché rilasciano una bella impronta!

Stampa con le sue foglie

FOGLIE DI CARRUBO

Le foglie del carrubo sono composte, paripennate, ovvero costituite da un numero pari di foglioline disposte lungo un asse centrale.
Sono coriacee, di un colore verde scuro lucido, nella parte superiore e più opaco nella parte inferiore.

lato sole e lato luna delle foglie

Ogni foglia è formata da 4 a 10 foglioline ovali, con margini interi e una consistenza piuttosto spessa, caratteristica che aiuta a ridurre la perdita d’acqua nelle zone aride.
Grazie alla loro struttura, le foglie proteggono la pianta dalle alte temperature e dalla siccità, adattandosi perfettamente ai climi mediterranei.

CHE PIGMENTI CONTENGONO LE FOGLIE DI CARRUBO

Le foglie del carrubo, come molte altre piante, contengono diversi pigmenti che svolgono un ruolo essenziale nella fotosintesi e nella protezione della pianta.
Tra i principali troviamo la clorofilla, responsabile del colore verde e della capacità fotosintetica della pianta.
I carotenoidi, pigmenti gialli, arancioni e rossi,  tra cui beta-carotene e luteina, che proteggono le foglie dallo stress ossidativo e dall’eccessiva esposizione alla luce solare.
Infine i flavonoidi , composti con proprietà antiossidanti che contribuiscono alla difesa della pianta contro patogeni e condizioni ambientali avverse.

CURIOSITA’ E LEGGENDE 

Il carrubo è una pianta dalla lunga storia e ricca di significati simbolici.

Albero di carrubo

Nell’antichità, le foglie di carrubo venivano utilizzate per scopi terapeutici, grazie alle loro proprietà astringenti e lenitive.
Alcune culture attribuivano poteri protettivi all’albero, ritenendolo un simbolo di longevità e resistenza.
Una delle leggende più affascinanti riguarda la credenza che il carrubo fosse l’albero sotto il quale Giovanni Battista trovò nutrimento nel deserto, dando origine al nome inglese dei suoi frutti: St. John’s Bread (Pane di San Giovanni). Inoltre, i semi del carrubo, erano anticamente usati come unità di misura per pesare pietre preziose e oro, da loro deriva l’odierno termine “carato”.

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