Lavaggio e spurga dei tessuti

Quanto è importante il lavaggio e la spurga dei tessuti per prepararli alla tintura naturale ?

Una delle prime domande che sorge, quando si inizia ad esplorare il mondo della tintura naturale e che mi fanno spesso, sia durante i corsi in presenza, sia durante quelli online è: “Devo lavare i tessuti appena acquistati prima di mordenzare?” La risposta, in generale, è sì. Ma perché? E come si fa?
Con questo articolo oggi, vi aiuto d approfondire l’argomento, dandovi anche  dei consigli.

Tessuti appena acquistati, prima della spurgaPERCHE’ LAVARE I TESSUTI PRIMA DELLA TINTURA O STAMPA

I tessuti, soprattutto quelli industriali, subiscono vari trattamenti durante la produzione: ammorbidenti, appretti, agenti antistatici e altre sostanze che possono interferire con la fissazione dei colori naturali.
Lavandoli prima di tingerli, si rimuovono queste sostanze e si garantisce una migliore presa del colore.

COSA E’ LA SPURGA E PERCHE’ SI FA

La spurga è il processo di pulizia profonda dei tessuti, finalizzato a rimuovere qualsiasi sostanza chimica, residuo di lavorazione, oli o cere, usati durante la produzione.
Questi residui possono impedire una mordenzatura uniforme, e quindi ostacolare la buona riuscita della tintura naturale.
Infatti un tessuto appena acquistato può contenere amidi e cere, utilizzati per dare consistenza e resistenza durante la tessitura.
Può contenere residui chimici, rimasti dalle fasi di lavorazione, come agenti sbiancanti, fissativi o conservanti e impurità naturali, come grassi e oli vegetali o animali, che possono interferire con la tintura.
La spurga, quindi, è una sorta di “pulizia profonda” del tessuto.
L’obiettivo è ottenere una fibra pura, che possa assorbire il mordente e i pigmenti naturali senza ostacoli.

REGOLE  PER IL LAVAGGIO E SPURGA DEI TESSUTI

Se hai acquistato dei tessuti a metraggio, non etichettati, è essenziale cercare di capire il tipo di fibra (cotone, lino, canapa, ecc.) perché il metodo di spurga varia leggermente a seconda del materiale.
Per  gli altri tessuti o capi acquistati, invece,  leggi sempre l’etichetta per conoscere le istruzioni di lavaggio specifiche.
Utilizza quindi, acqua tiepida e un detersivo delicato, preferibilmente biologico e senza sbiancanti ottici.
Infatti questi ultimi, possono lasciare residui che alterano i colori.
Evita l’ammorbidente: L’ammorbidente può creare, una patina sul tessuto, che impedisce al colore di penetrare in profondità.
Risciacqua poi accuratamente il tessuto, per eliminare ogni traccia di detersivo.
Infine asciuga il tessuto all’aria aperta, possibilmente all’ombra, per evitare che eventuali residui di sostanze chimiche, interagiscano con la luce solare.

Panni stesi dopo la spurga

Andiamo però a vedere nello specifico, come è la procedura di spurga che uso solitamente.

PROCEDIMENTO

Lavaggio iniziale: Sciacqua il tessuto in acqua tiepida per eliminare eventuali polveri o sporco superficiale.
Bagno di Spurga: Prepara una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio o soda Solvay.
La proporzione è circa
10-15 g di bicarbonato per litro d’acqua per il bicarbonato, oppure 5 g di soda Solvay per litro, se usi questa alternativa, che è più potente. (Per tessuti molto sporchi, potete aumentare leggermente la dose).
Porta l’acqua a ebollizione e aggiungi il bicarbonato o la soda.
Immergi il tessuto nella soluzione e mantieni una leggera ebollizione per circa un’ora o due. Mescola di tanto in tanto, per assicurarti che il tessuto sia ben impregnato.
Questo processo aiuta a sciogliere e rimuovere cere e amidi.
Spegni poi il fuoco e lascia raffreddare il tessuto nella soluzione finché non raggiunge la temperatura ambiente.
Per il risciacquo infine, sciacqua il tessuto abbondantemente in acqua tiepida per rimuovere ogni residuo della soluzione di spurga.

Questo passaggio, anche se sembra lungo, garantisce che il tessuto sia completamente pulito e pronto per assorbire il mordente.

SPURGA PER SETA E LANA

Per la seta e la lana, la spurga deve essere più delicata, poiché questi tessuti sono sensibili alle alte temperature e alle sostanze aggressive.
Per la lana, utilizzate un sapone neutro o specifico per lana, in acqua tiepida, senza strofinare o strizzare. Lasciate in ammollo per circa 30 minuti, quindi risciacquare accuratamente.

seta lavata
Per la seta, lavatela con sapone di Marsiglia in acqua tiepida, facendo attenzione a non stressare la fibra.
Evitate ammollo prolungato o temperature alte.

UTILIZZATE SOLO DETERGENTI NATURALI

usare detergenti naturaliLa scelta del detergente è cruciale. Evita i detersivi sintetici e usa saponi naturali.
I detersivi convenzionali lasciano infatti, spesso residui chimici che, anche se invisibili, possono impedire al mordente di fissarsi.

QUANDO LA SPURGA NON E’ NECESSARIA?

In alcuni casi, come per tessuti di seta grezza o lana grezza, la spurga è parte integrante del processo di tintura e non va eliminata.
Tuttavia, per la maggior parte dei tessuti acquistati in commercio, un lavaggio preliminare è consigliato.

Lavaggio e spurga dei tessuti

COSA SUCCEDE SE SALTIAMO LA SPURGA?

Se non si esegue la spurga, i rischi possono essere quelli di una tintura non uniforme.
Il colore potrebbe non penetrare in modo omogeneo, creando macchie o zone scolorite.
Vi è capitato a volte, di non riuscire a dare una spiegazione ad un lavoro non riuscito secondo le aspettative? Attenzione, il motivo potrebbe essere proprio questo!
Inoltre il mordente potrebbe non fissarsi bene, portando a una tintura instabile.
Infine, potrebbe esserci una minore durata del colore: il colore rischia di sbiadire più velocemente nel tempo, soprattutto durante i lavaggi.

IN CONCLUSIONE

Il lavaggio e la spurga dei tessuti, prima di tingerli, è quindi un passaggio fondamentale per ottenere risultati ottimali.
Seguendo queste regole d’oro, potrai assicurarti che il tessuto sia libero da impurità, pronto ad assorbire al meglio sia il mordente che il colore.
Prendendoti cura di questa fase iniziale, assicurerai che i tuoi colori naturali siano più brillanti e duraturi nel tempo.
Quindi, sì, appena acquistati, lavare e spurgare i tessuti è la strada da seguire per una tintura e una stampa perfetta.
Buon lavoro e buona creatività a tutti!

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Certificazioni tessili

Cosa sappiamo delle certificazioni tessili?
Forse non molto o poco, perché, pur lavorando con le tinture naturali, magari , non ci siamo mai poste il problema.
Credo infatti, che sia un tema che spesso viene sottovalutato anche da chi lavora proprio nel settore tessile.

COSA SONO LE CERTIFICAZIONI TESSILI ?

Le certificazioni tessili sono come un “passaporto” per i tessuti, che attesta che sono stati prodotti, rispettando determinati standard di qualità, sicurezza e sostenibilità.
Queste certificazioni riguardano diversi aspetti, come ad  esempio i materiali   e quindi l’origine delle fibre, se biologiche o riciclate e l’assenza di sostanze chimiche nocive.
Importanti i processi produttivi, quindi il rispetto dell’ambiente, le condizioni di lavoro eque e le riduzione dell’impatto energetico, fino ad arrivare al prodotto finito, con le caratteristiche del tessuto,  la resistenza, il colore e l’assenza di allergeni.

PERCHE’ LE CERTIFICAZIONI TESSILI SONO IMPORTANTI

Le certificazioni tessili sono importanti, perché permettono una sorta di trasparenza: permettono cioè al consumatore, di fare scelte consapevoli, sapendo esattamente cosa sta acquistando.
Inoltre garantiscono che il prodotto sia sicuro e duraturo nel tempo, quindi ne garantiscono la qualità.

Tessuti con certificazioni tessili
Credo però che ci siano diverse ragioni, per cui le certificazioni tessili siano spesso sottovalutate: a volte avviene per la loro complessità.
 Il mondo delle certificazioni infatti è vasto e complesso, con numerosi standard e sigle.
Per ottenere una certificazione poi,  può essere costoso per le aziende, soprattutto per le più piccole.
I consumatori infine, non sempre sono informati sull’importanza delle certificazioni e sulle loro implicazioni, quindi in generale, c’è poca consapevolezza!

LE PRINCIPALI CERTIFICAZIONI TESSILI

Il Global Organic Textile Standard (GOTS) è la certificazione più prestigiosa per i tessuti biologici.
Non si limita a certificare l’origine biologica delle fibre (come cotone, lino, canapa), ma impone rigorosi standard, lungo tutta la filiera produttiva, dalla coltivazione fino al prodotto finito.
Ogni fase del processo produttivo infatti, è tracciata, garantendo così, la trasparenza e l’autenticità del prodotto.
Un aspetto interessante di GOTS è l’attenzione dedicata alle tinture naturali.
Infatti ammette l’uso di tinture naturali, sottolineando la loro capacità di creare colori unici ed effetti visivi di grande impatto.

L’altra certificazione di rilievo, nel settore tessile, è l’OEKO-TEX®, conosciuta in tutto il mondo per i suoi severi controlli sulle sostanze dannose per la salute umana e per l’ambiente.
A differenza di GOTS, che si concentra sull’intero ciclo di vita del prodotto, OEKO-TEX, verifica la sicurezza dei tessuti a contatto con la pelle.
Avere infatti un capo certificato OEKO-TEX, significa avere la garanzia che esso sia stato testato e trovato sicuro per il consumatore.
OEKO-TEX è particolarmente importante quindi, per chi desidera sicurezza nella scelta dei materiali, fornendo una trasparenza essenziale nel garantire che il prodotto non contenga sostanze chimiche nocive come metalli pesanti, coloranti allergenici o formaldeide.
E’ particolarmente rilevante per chi, come noi, utilizza tinture naturali, poiché offre una ulteriore rassicurazione sulla sicurezza dei prodotti finiti.
Questi i due pilastri per chi desidera un guardaroba rispettoso del pianeta.

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Le facce delle foglie : Sole e luna

Le facce delle foglie nell’Ecoprint: Sole e Luna, ovvero superficie solare e superficie lunare.

Nella tecnica dell’ecoprint, le foglie sono uno degli elementi naturali più utilizzati, per trasferire pigmenti e texture su tessuti e carta.
Praticamente le foglie diventano i nostri pennelli naturali!
Ma hai mai pensato che ogni foglia ha una sua personalità nascosta, nelle sue due facce?
Per ottenere un’impronta efficace e dettagliata, è fondamentale comprendere le caratteristiche di entrambe le superfici della foglia.
Spesso, noi che ci dedichiamo a questa pratica, parliamo in modo poetico delle due facce delle foglie, definendole “lato del sole” e “lato della luna”.
Ma in realtà, dietro queste metafore, si nasconde una realtà botanica più precisa.

LE DUE FACCE DELLE FOGLIE : SOLE E LUNA

In termini botanici, le due superfici della foglia sono ufficialmente definite:
Superficie adassiale o superiore: questa è la parte che, nella maggior parte delle piante, è esposta al sole. Viene spesso indicata, come il “lato del sole”.
Superficie abassiale o inferiore: questa è la parte rivolta verso il basso, meno esposta alla luce diretta, il che le ha guadagnato il nome evocativo di “lato della luna”.
Questi termini possono sembrare complicati, ma in realtà si riferiscono a una semplice distinzione: la faccia che “guarda” verso il cielo, adassiale, e quella che “guarda” verso il terreno, abassiale.

le due facce delle foglie, sole e luna

DIFFERENZE TRA LE DUE SUPERFICI
La distinzione tra queste due facce è di grande importanza nell’ecoprint, poiché le diverse caratteristiche fisiche e chimiche delle superfici influenzano direttamente il risultato della stampa.
Perché le facce sono diverse? Perché la maggior parte delle foglie, presenta una marcata differenza tra le due superfici.
Questo dipende da diverse ragioni:

Differenze tra le due facce di una stessa foglia
faccia sole e luna di un acero

Stomi: Sono dei piccoli pori presenti soprattutto sulla superficie abassiale, che permettono gli scambi gassosi tra la pianta e l’ambiente.
Questa superficie inferiore, tende ad avere un numero maggiore di stomi rispetto a quella superiore.
Questa differenza è molto importante per il nostro ecoprint, poiché la presenza di più stomi nella parte inferiore, rende questa faccia più ricettiva ai coloranti naturali, facendo risultare un’impronta più marcata e dettagliata, sul tessuto.
Pori: Oltre agli stomi, possono essere presenti altri tipi di pori, che variano da specie a specie.
Cera: Una sottile patina cerosa, spesso riveste la superficie del lato sole, proteggendo la foglia dalla perdita d’acqua e dai raggi solari.
Infatti la superficie superiore, essendo più esposta alla luce e agli agenti atmosferici, ha uno strato di cera più spesso, che protegge appunto la foglia dalla perdita d’acqua.
Questo strato crea una leggera barriera al trasferimento di pigmento, il che significa che il lato superiore della foglia può fornire un’impronta più delicata e sfumata rispetto a quello inferiore.
Peli: Piccoli peli possono essere presenti su entrambe le superfici, ma la loro distribuzione e tipologia varia.
Infatti alcune specie di foglie, hanno piccoli peli sulla superficie inferiore, che possono influire sull’assorbimento dei pigmenti e sulla texture risultante nella stampa.
Questi peli possono catturare i coloranti in modo diverso rispetto alla superficie liscia, creando dettagli sottili, nelle stampe di ecoprint
Colore: La colorazione delle due facce può essere diversa, a causa della presenza di diversi pigmenti.
La superficie superiore infatti, è spesso più verde e brillante, mentre quella inferiore può avere tonalità più chiare o grigie.
Questa differenza cromatica si riflette nella stampa, dove il lato della luna (abassiale) potrebbe produrre sfumature più intense.

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Il Tinkering

Carissimi e carissime, è con grande piacere che vi do il bentornato sul mio Blog, dopo una pausa rigenerante per le vacanze estive, oggi voglio parlarvi di una pratica creativa: il tinkering.
Prima di approfondire però,  voglio sperare, che anche voi abbiate avuto l’opportunità di staccare la spina, rilassarvi e godervi momenti di svago e serenità.

Del resto le vacanze sono un momento prezioso per ricaricare le energie, riflettere e ritrovare l’ispirazione.
Infatti, durante questo periodo, ho colto l’occasione per esplorare nuove idee, approfondire argomenti di interesse e pianificare contenuti per i prossimi mesi.

Come preannunciato sopra, oggi esploreremo un approccio creativo che può trasformare il modo in cui affrontiamo il lavoro manuale e artistico: il tinkering. Questa pratica non solo ci invita a “pensare con le mani”, ma ci insegna anche a lasciare andare le aspettative, soprattutto quando lavoriamo con tecniche come l’ecoprint e le tinture naturali.

Mani che lavorano

PENSARE CON LE MANI

Mi piace molto questo concetto: pensare con le mani !
Cosa significa?  Si dice che la mano è l’organo dell’intelligenza.
Infatti Maria Montessori diceva che il lavoro della mano, l’affinamento e lo sviluppo delle sue capacità, sono tutt’uno con lo sviluppo della mente e dell’indipendenza.
Ci si pone quindi l’obiettivo di esplorare e sperimentare idee, mentre si costruisce qualcosa.
Nel nostro campo possiamo utilizzare materiali di recupero, materiali poveri e materiale reperibile tra i nostri tessuti.
Il bello di questa tecnica è puntare più che altro sul processo più che sul risultato.
Questa pratica ci aiuta a:
Scoprire Nuove Possibilità: Manipolare materiali e strumenti in modi non convenzionali può portare a scoperte inaspettate.
Sviluppare Abilità Pratiche: Il tinkering migliora la nostra destrezza manuale e la comprensione pratica dei materiali.
Coltivare la Pazienza: Attraverso il processo di prova ed errore, impariamo a essere pazienti e a perseverare. Leggi tutto “Il Tinkering”

Tintura con scarti alimentari Prima parte

So bene che l’argomento della tintura con scarti alimentari, è un argomento che molte di voi conoscono, ma io penso che rinfrescare le idee, non va mai male e poi magari, c’è sempre  qualcuno tra chi mi legge, che non conosce a fondo l’argomento.

SPERIMENTAZIONI E INNOVAZIONI 

Ultimamente, molte di noi, sicuramente, hanno sperimentato, una vasta gamma di scarti alimentari per creare nuove sfumature e tonalità.
Utilizzare gli scarti di cucina per tingere , tra l’altro, è un modo accessibile e divertente per contribuire alla riduzione del nostro impatto ecologico.
Ogni buccia, nocciolo o avanzo può diventare, credo,  un piccolo passo verso una vita più sostenibile e colorata.
Ogni tanto poi, facciamo  scoperte sorprendenti e troviamo nuovi modi per utilizzare al meglio  le nostre risorse disponibili.
Infatti, una delle scoperte più interessanti, negli ultimi anni, appunto, è stata quella di trasformare gli scarti alimentari in coloranti per tingere i tessuti.
Ciò che una volta veniva considerato semplicemente “spazzatura” ora si rivela infatti essere, una risorsa preziosa per dare colore alle nostre stoffe.

IL COMPOSTAGGIO : UN CICLO VITALE

Sappiamo bene quanto  il fertilizzante sia importante per le piante, che attraverso le radici assorbono acqua e nutrienti.

compostaggio

Il compostaggio è un processo naturale di decomposizione della materia organica, che trasforma gli scarti alimentari e altri materiali biodegradabili, in compost, un ammendante ricco di nutrienti molto utile per il terreno, perché appunto migliora, la struttura del suolo.
È proprio questo, un modo eccellente per ridurre la quantità di rifiuti che finiscono in discarica e, allo stesso tempo, produrre un miglioramento naturale per il terreno del proprio giardino o delle proprie piante in vaso.

BILANCIARE I MATERIALI

Il compost richiede però, un buon equilibrio tra materiali “verdi” (ricchi di azoto) e “marroni” (ricchi di carbonio).
L’azoto è fondamentale per la crescita delle piante poiché è un componente chiave della clorofilla.

Gli scarti alimentari, come bucce di frutta e verdura, fondi di caffè e filtri, residui di piante, sono considerati verdi.
I materiali marroni includono invece, foglie secche, segatura, carta e cartone stracciati.
Una buona regola generale, è mirare a un rapporto di circa 3 parti di marroni per 1 parte di verdi.

E’ decisamente bene, evitare di compostare carne, pesce, latticini e oli, poiché possono attrarre roditori e causare cattivi odori.
Anche le ossa e i cibi cotti dovrebbero essere evitati per gli stessi motivi.

MANTENERE UMIDITA’ E AERAZIONE

Il compost deve essere mantenuto umido, ma non zuppo.
Se è troppo asciutto, bisogna aggiungere acqua o materiali verdi.
Se è troppo umido, invece, aggiungi materiali marroni per assorbire l’umidità in eccesso.
Mescola o rigira il compost regolarmente per aerarlo e accelerare il processo di decomposizione.
Saprai che il compost è pronto, quando ha un aspetto scuro, omogeneo e sbriciolabile e odora di terra.

Questo processo non solo riduce i rifiuti ma arricchisce il terreno, senza l’uso di fertilizzanti chimici e con un po’ di cura e attenzione, chiunque può trasformare gli scarti della cucina e del giardino in “oro nero” per le piante.

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