Ampliare la palette dei colori naturali.

Per ampliare la palette dei colori naturali, è necessario selezionare e studiare le piante.
Certo non sono una botanica, ma studi e ricerche, oggi come oggi, sono alla base del mio lavoro.

La botanica è una delle scienze più antiche, perché l’uomo, da sempre, ha avuto bisogno dello studio delle piante, per sopravvivere. Ne aveva bisogno per potersi nutrire meglio, per curarsi, scaldarsi e tanto altro.
Non scordiamoci poi, che la vita sul nostro Pianeta dipende proprio dalle piante.
Quindi per avvicinarci alla botanica, dobbiamo almeno un po’ conoscere il mondo vegetale.
Del resto la natura è come un libro aperto da studiare. I giardini e i parchi, durante le nostre passeggiate dovranno diventare il nostro libro di testo e sarà necessario allenare i nostri occhi, ad osservare !

Per iniziare, possiamo cominciare nel fare “amicizia ” con un albero o con una pianta sola. Poi da lì, passeremo  al resto.
Io ci parlo con le piante e con i fiori.
No, non sono matta, ma da quando ho letto il bellissimo libro ” Le emozioni nascoste delle piante “ di Didier Van Cauwelaert in cui leggevo che le piante sono capaci di sperimentare e di mettere in pratica, un’intera gamma di emozioni, quali la paura, la gratitudine, l’immaginazione creativa, l’astuzia, la seduzione, la gelosia, la solidarietà e tante altre, le  curo in modo diverso.

AMPLIARE LA PALETTE PER L’ECOPRINT:
CONSIGLI
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Tintura con corteccia di pioppo

Ultimamente ho fatto una tintura con corteccia di pioppo, avendo trovato tanta corteccia a terra, dovuta ad una potatura.
Il pioppo appartiene alla famiglia delle Salicaceae .
In Italia troviamo, allo stato spontaneo, quattro tipologie di pioppo. ll  Populus tremula o pioppo tremulo, il Populus nigra, quindi il pioppo nero, il Populus alba o pioppo bianco e il Populus canescens, o pioppo canescente.
Comunque ne esistono circa una quarantina di specie.
E’ una pianta longeva e cresce rapidamente con un tronco dritto e snello.
Secondo alcuni autori, nel  Medioevo,  Populus starebbe per ” albero del popolo” e la spiegazione di questa denominazione è da ricercare nel continuo fruscio delle foglie, che ondeggiando anche con venti molto lievi,  sono paragonabili al brusio del popolo.

CORTECCIA DEL PIOPPO

Il pioppo ha una corteccia, che negli esemplari giovani è liscia, simile a quello della betulla, poi quando inizia a svilupparsi, si differenzia subito e si nota , rispetto agli altri alberi, perché noteremo profonde scanalature.
Nel pioppo nigra, la corteccia, in età  adulta, infatti, è profondamente fessurata, le scanalature saranno quindi, molto profonde e di color nero carbone.

Corteccia pioppo in acqua

 

Oltre alla tintura, con la corteccia di pioppo possiamo conciare le pelli, in quanto è molto ricca di sostanze tanniche.
Alcune parti del pioppo inoltre, vengono utilizzate in medicina. Infatti  le sue gemme contengono un olio essenziale, usato contro le tossi e le bronchiti.
In primavera emetterà le prime infiorescenze o amenti: rossi quelli maschili e giallo- verdastri più lunghi quelli femminili. Poi in un secondo momento, metterà le foglie.

COME RICNOSCEREIL PIOPPO

E’ riconoscibilissimo anche dai più inesperti, perché nel periodo tra fine maggio,  primi di giugno, va in fioritura. Riconosceremo quindi,  quel tipico polline” bianco che spesso svolazza nell’aria  e che a detta di molti,  causa molte allergie (anche se non è proprio così ). Pensate che  questa sostanza bianca, è costituita da cellulosa, come il cotone, ma ha uno spessore, ben quattro volte inferiore. Pur essendo una fibra naturale, tra le più fini e calde, non può essere filata e viene a volte utilizzata come riempimento e imbottitura per le  trapunte leggere. Leggi tutto “Tintura con corteccia di pioppo”

Il Mandorlo

Nel giardino condominiale sotto casa, ho due alberi di mandorlo.
Qualche giorno fa vedendo le prime gemme aprirsi, non ho resistito nel fotografarlo. Infatti tra le drupacee è quello con ha la fioritura più anticipata tra tutte.

Mandorlo in fiore

Appartiene alla famiglia delle Rosaceae.
E’ una pianta potenzialmente molto longeva e nell’aspetto somiglia al pesco, ma con foglie più piccole.
E’ originario dell’Asia, ma oggigiorno è riuscito ad acclimatarsi un po’ ovunque.  Fino agli anni 50 l’Italia ha detenuto il primato mondiale della produzione di mandorle, soprattutto in Sicilia e in Puglia, infatti è molto adatto al clima mediterraneo.
Il suo nome scientifico è  Prunus dulcis e ci sono numerose curiosità e belle leggende che potrete leggere qui.  E ‘inoltre da sempre considerato la pianta della speranza e della rinascita.

I suoi frutti sono usati in cucina e sono un alimento prezioso per i vegetariani.  Contengono infatti oltre il 20% di proteine ed hanno un elevato potere nutrizionale ed energetico.
In cosmetica, viene molto usato l’olio, estratto dai suoi frutti. Ha  proprietà elasticizzanti, emollienti, nutrienti e lenitive.  Come dicevo infatti se ne ricava un olio, utile per contrastare l’invecchiamento cutaneo del viso e del corpo.  Nutre le pelli arrossate o irritate, protegge le labbra dal freddo, utile come impacco pre-shampoo  per capelli secchi e tantissimi altri benefici.

IL MANDORLO IN ECOPRINT

In stampa, il mandorlo dona un bellissimo verde, a volte più chiaro, a volte più intenso, secondo il tipo di tessuto.

foglia di mandorlo in ecoprint
Spesso le allieve, nei corsi, mi dicono che non credevano che una foglia così sottile e affusolata potesse rilasciare una così bella impronta. Io infatti la trovo una impronta raffinata. Se voglio mettere del verde sui miei tessuti, la uso sempre.
Ora in questo periodo abbiamo i fiori, ma tra pochissimo l’albero, comincerà a mettere le prime foglioline, anch’esse già pronte per la stampa. ( Non vedo l’ora )
Le foglie possono raggiungere fino  ai 12 cm. di lunghezza.

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Non gettare i gusci delle noci

Non gettare i gusci delle noci, vi domanderete, e perchè ?
Sia se siete appassionate di ecoprint e tintura, sia che non lo siate, i motivi sono molteplici. Molti, forse la maggior parte, considerano i gusci inutili e li buttano via. Ma se sapessero le loro qualità, li conserverebbero.
Per prima cosa, hanno proprietà benefiche sulla salute.
Se ne può ricavare un tè con proprietà  antibatteriche, disinfettanti gastro-, intestinali, ipotensive, proprietà emollienti e lenitive. E’ utile per le carenze di calcio, per i disturbi dello stomaco, per la tosse e tanto altro.
Sono ricchi inoltre di sostanze nutritive. Prendiamo quindi l’abitudine di conservarli.

ALTRI USI INTERESSANTI
Abbiamo poi una soluzione ecologica per riciclarli e curare le nostre piante. Sulle piante in vaso ad esempio, i gusci delle noci fungono da risorsa gratuita. Sono utili in inverno, per riparare e conservare il calore del terreno, come fossero una coperta, inoltre conservano l’umidità del terreno, proteggendo le piante e soprattutto le radici.  Infatti faranno passare l’acqua della pioggia o dell’innaffiamento, ma impediranno al ghiaccio di stringere in una morsa le radici. Così le nostre care piante supereranno l’inverno e il freddo, senza danni.
Inoltre limitano l’insorgere di erbe infestanti.
Questo  ci aiuterà anche a non usare diserbanti chimici e a produrre un’agricoltura naturale. Infatti usando il metodo della pacciamatura, in questo caso, si avrà un aiuto ” ecologico”  prezioso e nel momento in cui, nel tempo, si decomporranno, nutriranno anche la terra.

Altro uso attento alla salute del nostro pianeta, se si ha un caminetto o un forno a legna, è quello di usare i gusci delle noci come combustibile,  perché i gusci, ardendo,  hanno un alto potere calorifico, simile a quello della legna.

NON GETTARE I GUSCI DELLE NOCI

gusci delle noci

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Ecoprint con foglie a riserva

Oltre alla classica tecnica dell’ecoprint, realizzata con foglie prettamente tintorie, oggi voglio parlare dell‘ecoprint realizzato con foglie a riserva.
Non bisogna confondere però, la tintura con la stampa.

TINTURA A RISERVA
Se parliamo di tintura infatti, la riserva è la parte in cui il colorante non penetra, perché il tessuto è stato impermeabilizzato.
L’impermeabilizzazione avviene o con la legatura stretta o con un materiale che impregni il tessuto, come cera o paste vegetali.
Con la tintura a riserva si possono personalizzare i tessuti, creando trame e texture particolari. Negli anni sessanta era molto in voga, ma in realtà questa tecnica è molto più antica. Infatti i primi ritrovamenti di lino, lavorati così, risalgono e sono da ricercarsi nell’antico Egitto. Il metodo consente di ottenere fantasie sfumate e un po’ psichedeliche in perfetto stile hippie. In realtà con i colori naturali abbiamo nuance molto più delicate rispetto ai colori sintetici ed è proprio questo che ci porta ad amare i nostri tessuti.

ECOPRINT CON FOGLIE A RISERVA  

Tutt’altra cosa invece è con l’ecoprint, quando si parla di riserva.
La riserva in questo caso è riferita alle foglie che, stampando, non rilasciano il pigmento colorato, ma lasciano solo la loro impronta, come nella foto qui sotto.

Ecoprint con foglie a riserva

Le impronte saranno bianche, ma alternate agli altri colori dei pigmenti di foglie prettamente tintorie, ci regalano un’alternanza di colori veramente apprezzabili.

IMPRONTE IN ECOPRINT

Le foglie tipiche che stampano a riserva sono tante, quindi  tutte quelle non conosciute tipicamente per l’ecoprint.
Tra queste quella che amo di più è il ginkgo biloba. E’ un albero antichissimo e per questo è stato definita da Darwin un fossile vivente. E’ considerato quindi l’albero più vecchio presente sulla terra. In Giappone è considerato un albero sacro. La sua foglia ha la tipica forma a ventaglio con i margini irregolari.

Altra foglia a riserva che amo molto, anch’essa per la sua forma è la schefflera, pianta dalle foglie composte disposte a raggiera e tra l’altro pianta sempreverde. Leggi tutto “Ecoprint con foglie a riserva”