Post mordenzatura sulle coperte vettore

Spessissimo dopo un corso, anzi praticamente sempre, le allieve mi chiedono, se è possibile fare una  post mordenzatura sulle coperte vettore.
Questo dilemma è molto diffuso e oggi voglio cercare di chiarire un poco le idee, a chi non è proprio espertissima.
Le coperte vettore, sono le fedeli compagne nelle nostre creazioni di ecoprint, In genere possono nascondere un grande potenziale : quello di essere sicuramente, le protagoniste di una seconda vita artistica, attraverso  appunto le post mordenzature.
Coperta vettore con seconda vita

CONSIGLI PRIMA DELLA MORDENZATURA

Le coperte vettore sappiamo bene che non devono essere mordenzate prima del loro uso principale, cioè quello di trasferire la sostanza o il colore del liquido dove sono state immerse.
Spesso sono immerse nel legno di campeggio, nella robbia, nel cutch, nella reseda, nel legno del Brasile, o più semplicemente nel solfato ferroso.

cotone più coperta vettore
Dopo il loro uso, quindi, sono talmente belle, che ci piacerebbe poterle riutilizzare.
Uno dei primissimi consigli, è quello di farle asciugare prima, completamente.
Poi invece vanno sciacquate.
A questo punto, sempre mi chiedono: ma non essendo mordenzate, non c’è il rischio di perdere sia il colore che la stampa?
La mia risposta è che si, un pochino si perderà, ma sarà sempre meglio, che avere un misto di prodotti,  che potrebbero produrre un miscuglio torbido, insieme ai prodotti della post mordenzatura.
Se così fosse, di conseguenza, i colori non sarebbero più interessanti.
Questo eventuale miscuglio infatti, renderebbe  i colori più spenti, mentre, come vi consigliavo, sciacquare il tessuto eviterà il problema.
In questo modo otterremo, colori più interessanti e vivaci.

CONSIGLI PER LA MORDENZATURA

Uno dei primi consigli che mi sento di darvi, è quello di sperimentare la mordenzatura appropriata per ogni fibra,  magari con tempi di immersione differenti, per ottenere diverse intensità di colore.
Il secondo consiglio è di provare a combinare diverse mordenzature per ottenere una gamma di colori più ampia, oppure mordenzare solo alcune zone della coperta, per creare effetti di contrasto.
Se non sei completamente convinta però, del tuo “fare”,  fai prima una prova su un campione di tessuto.
Prima di procedere con la mordenzatura, sull’intera coperta quindi, prendi una piccola parte di tessuto, per vedere come reagisce il mordente scelto.

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Una pratica green con coperte vettore

Scommetto che se vi suggerisco una pratica green con coperte vettore, molte di voi saranno contente !
Si, perché credo che, più o meno, ne abbiamo tutte, veramente tante…e poiché manca meno di un mese a Natale, mi piace darvi qualche piccola idea su come riciclare i tessuti e farne dei pacchetti.

UNA PRATICA GREEN CON COPERTE VETTORE

Furoshiki con coperta vettore
Furoshiki con coperta vettore

Eccomi quindi pronta a parlarvi, dell’antica tradizione giapponese: il Furoshiki. Questa tecnica consiste nell’arte di avvolgere oggetti, con un tessuto quadrato, per trasportarli o meglio ancora, regalarli.
Il termine “furoshiki” deriva dalle parole giapponesi “furo” (bagno) e “shiki” (tessuto).
Inizialmente infatti, veniva utilizzato nel periodo Edo (1603-1868) per avvolgere i propri indumenti durante la visita ai bagni pubblici.
Nel corso del tempo, questa pratica si è evoluta e ora viene utilizzata per avvolgere e trasportare qualsiasi tipo di oggetto, dai regali al cibo.
Oltre a imballare regali, può essere utilizzato come borsa, copertura per tavoli, e addirittura come accessorio di moda. La sua versatilità ha reso il Furoshiki una soluzione creativa e sostenibile per ridurre l’uso di imballaggi usa e getta. Leggi tutto “Una pratica green con coperte vettore”

L’Aralia

Vi sembra strano he oggi  vi parli dell’Aralia?
Le sue grandi foglie, sono talmente belle che, ho voluto, chiaramente, per forza,  provarle in ecoprint.
L’Aralia, con la sua forma elegante e gli intricati dettagli, è a mio avviso, un vero e proprio capolavoro della natura.
Ogni specie vegetale, del resto, offre foglie uniche, con contorni, venature e sfumature che riflettono la diversità e la bellezza della flora mondiale.
Alcune foglie però, sono particolarmente belle per la loro forma distintiva e quindi, possono attirare i vari creativi, che le possono immortalare  nelle varie creazioni, esattamente come è successo a me!
Prima però, cerchiamo di conoscere le sue caratteristiche.

L'Aralia in ecoprint

CARATTERISTICHE DELL’ARALIA

L’Aralia è una pianta appartenente alla famiglia delle Araliaceae, sempreverde, conosciuta soprattutto, per la sua bellezza ornamentale.
Originaria principalmente delle regioni dell’Asia orientale e del Nord America, l’Aralia può variare in altezza da piccoli arbusti ad alberi più imponenti.

Le sue foglie,  sono spesso composte da numerose piccole foglioline.
Alcune varietà di Aralia presentano anche fiori vistosi, che vanno dal bianco al verde, contribuendo alla loro attrattiva estetica.
La pianta è nota per la sua resistenza e adattabilità, il che la rende un’ottima scelta come pianta decorativa per giardini e condomini, proprio come il mio.
Infatti una curiosità affascinante riguarda la sua capacità di adattarsi alle diverse condizioni ambientali, dalla luce solare abbondante alle ombre più profonde.

Aralia foglie

PROPRIETA’

Oltre alla sua bellezza estetica, l’Aralia vanta caratteristiche biologiche interessanti.
Ad esempio, molte varietà di Aralia sono conosciute per le loro proprietà purificanti dell’aria, rendendole scelte ideali per ambienti interni.
Inoltre, alcune specie hanno foglie con proprietà aromatiche, che aggiungono un tocco di fragranza al giardino. Leggi tutto “L’Aralia”

La Robinia pseudoacacia

Oggi voglio parlarvi di una pianta, molto comune la Robinia Pseudoacacia.
Negli articoli scorsi, non ve ne ho mai parlato, forse perché troppo comune?
Forse si, è per questo!
Riflettendoci sopra, però, mi sono detta che è proprio perché è così comune e facile da trovare, che bisogna parlarne, perché tra l’altro i suoi risultati in ecoprint, sono veramente apprezzabili!

robinia pseudoacacia stampata su camicia di seta

Robinia e Acacia sono specie simili, spesso confuse, tanto che la robinia è anche detta “falsa acacia“.
Il suo nome botanico però, è proprio,  Robinia pseudocacia.
Il termine è  dovuto,  al grande naturalista Linneo.
Questo termine pseudoacacia, gli viene dato infatti, dal prefisso pseudo (simile esteriormente a) ed acacia, che è il termine scientifico con cui si indica il genere delle piante comunemente chiamate mimose.
Pseudoacacia significa quindi, simile a.
E’ nota anche come gaggia e ne esistono diverse varietà.

ROBINIA SENZA SPINE

Esiste una varietà, la Robinia pseudoacacia umbraculifera, che si distingue nettamente dalle altre per l’ombra fitta e compatta, per il fogliame denso e per l’assenza di spine; queste caratteristiche la rendono un albero da ombra ideale nei parchi. La fioritura è scarsa e a volte assente.
Quasi tutte le altre specie presentano ,invece, soprattutto in fase giovanile, molte lunghe spine appuntite, che nel tempo poi, lignificano.


STORIA E ORIGINI

La Robinia pseudoacacia è originaria dell’America del Nord, in particolare delle regioni orientali degli Stati Uniti.
E’ stata introdotta in Europa nel 1601 da Jean Robin, farmacista e botanico del re di Francia, Enrico IV.
Oggi la Robinia pseudoacacia risulta ben diffusa, ed ovviamente naturalizzata, in tutta Italia.

ALCUNE CARATTERISTICHE BOTANICHE

La Robinia pseudoacacia è una pianta decidua, appartenente alla famiglia delle Fabaceae, dette anche Leguminose.
Le sue foglie sono composte da un numero dispari di foglioline disposte ai lati opposti della nervatura centrale, più una all’apice.

Foglia di robinia pseudoacaciamiele di acacia, frittelle di acacia, legno di acacia,
La loro caratteristica è quella di essere aperte di giorno, mentre di notte tendono a chiudersi sovrapponendosi.
E’ una pianta che ha inoltre, un’ottima capacità di adattarsi alle diverse condizioni climatiche.

MIGLIORATRICE DEL TERRENO
Come tutte le leguminose, la robinia si avvale dei benefici dell’azotofissazione simbiotica.
La sua capacità di fissare l’azoto atmosferico nel terreno, rende questa pianta benefica per il suolo stesso, arricchendolo con nutrienti essenziali per la crescita di altre piante circostanti. Leggi tutto “La Robinia pseudoacacia”

Sambucus Ebulus

Il Sambucus Ebulus, noto anche come ebbio, è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Adoxaceae.
Vorrei in questo articolo esplorare a fondo questa pianta insieme a voi, per poterla poi riconoscere e scoprire così le sue peculiarità.
Cresce spontaneamente in molte parti del mondo, ma spesso è confuso con il più noto Sambucus Nigra, il sambuco nero.
E’ una pianta che potenzialmente potrebbe essere tossica se consumata in grandi quantità e se ingerita.

RICONOSCIMENTO DEL SAMBUCUS EBULUS:
Il Sambucus Ebulus è un arbusto perenne che cresce comunemente in aree boschive, siepi e terreni incolti.
Ecco alcuni tratti distintivi che ti aiuteranno a riconoscerlo:

Foglie: Le foglie del Sambucus Ebulus sono alterne e composte, con foglioline seghettate e piccioli lunghi. Sono di colore verde scuro e possono variare in dimensione a seconda dell’età della pianta.
Raccogliendole, emanano un odore forte e particolare, per il mio gusto, un poco sgradevole.

Fiori: I fiori sono piccoli, bianchi e presentano un’ombra, con un caratteristico odore dolciastro. Fiorisce in primavera e all’inizio dell’estate.

Frutti: I frutti sono simili a piccole bacche di colore rosso scuro a maturità.

Fusto e Radici: Il fusto è eretto e ramificato, come anche le radici sono legnose e ramificate.

sambucus ebulus foglie

 

CURIOSITA’ SUL SAMBUCUS EBULUS     

Utilizzo Storico: Il Sambucus Ebulus è stato utilizzato sin dall’antichità per le sue proprietà tintorie. Le sue bacche ei suoi fiori venivano impiegati per creare pigmenti naturali e servivano per la preparazione di inchiostri.
Soprattutto le bacche erano utilizzate come tintura (citata persino da Virgilio). Io invece, non preferisco usarle.

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