Il Geranio volgare

Le festività natalizie e di fine anno ci hanno regalato momenti di gioia e riflessione, ma ormai sono alle spalle, è quindi giunto il momento di riprendere con i miei articoli domenicali ed oggi voglio parlarvi di una piccola piantina spesso trascurata : il Geranio volgare.
Sebbene possa sembrare una piantina molto comune, dietro la sua apparenza modesta, nasconde una ricca storia di usi, tradizioni e piccoli aneddoti che meritano sicuramente di essere approfonditi.
In genere lo raccolgo nei prati o nei giardini, ma in questi giorni l’ho trovato per caso, cresciuto in un vaso del mio balcone, insieme ad altre spontanee.
Probabilmente è nato nel mio vaso, perché l’impollinazione avviene tramite insetti.
La sua presenza quindi per me, è un auspicio per un anno prospero e fiorito.

Geranio volgare

DIETRO IL NOME “VOLGARE”

Il termine “volgare” nel nome del geranio, non sottolinea affatto la sua mancanza di raffinatezza, bensì deriva dal latino “vulgus”, che significa “popolo” o “comune”.
Questo nome sottolinea la popolarità e l’ampia diffusione della pianta tra la gente comune, rendendolo un elemento familiare appunto, in molti giardini domestici.

Il suo nome italiano è Geranio volgare, quello scientifico è Geranium molle e il suo nome inglese è Dovefoot geranium.

CARATTERISTICHE DEL GERANIO VOLGARE

Il Geranium molle è una pianta annuale, fa parte della famiglia delle Geraniaceae ed ha origine in Asia e in Europa, ora invece, è diffuso un po’ in tutta Italia, infatti cresce spontaneamente nei campi e nei prati incolti.
La pianta è resistente e richiede poche cure, fiorisce abbondantemente durante la primavera e l’estate, precisamente nel periodo compreso tra i mesi di Marzo e Settembre.
Possiede delle foglie con lobi arrotondati,  una sostanziosa pelosità, avvertibile al tatto, come fosse un velluto, su entrambe le facce e nervature che si irradiano da un punto centrale, come si percepisce bene nella foto qui sotto.

Venatura delle foglie Leggi tutto “Il Geranio volgare”

L’Albizia

L’ Albizia appartenente alla famiglia delle Fabaceae, é conosciuta con svariati nomi : Acacia di Costantinopoli, Gaggia arborea, Albero di seta persiano o Albero di seta rosa.
Voi sotto che nome la conoscete?
Le specie e le varietà appartenenti al genere denominato Albizia sono all’incirca 50 e la più comune in Italia è l’ Albizia julibrissin.
E’ un albero dall’aspetto un po’ esotico, ed è noto per la sua struttura maestosa.
Le foglie sono bipennate, composte da un asse principale e da  numerosi piccoli assi più brevi, che a destra e a sinistra hanno una serie di tante piccole foglioline ovali verde brillante che ricordano un po’ quelle della mimosa.

foglie di Albizia

ALBIZIA PIANTA PERENNE
L’Albizia è una pianta perenne decidua.
Le piante perenni sono quelle il cui ciclo vitale non termina come per le piante annuali, difatti vanno a riposo durante la stagione invernale e riprendono la fase di vegetazione in primavera.
E’ una pianta che riesce ad adattarsi senza troppe difficoltà a svariati contesti ambientali.
Infatti, sopporta il freddo e le temperature molto inferiori allo zero, resiste al caldo afoso e non risente della salsedine.
Spesso le foglie, pur essendo caduche, resistono bene sull’albero, tutto  l’inverno. Infatti cambiano un po’ colore durante il corso dell’anno, ma raramente perdono veramente le loro foglie.

PARTICOLARITA’ UNICHE DELL’ALBIZIA

Una delle caratteristiche più affascinanti dell’Albizia è la sua capacità di chiudere le foglie durante la notte e in caso di pioggia, un comportamento noto come nyctinasty.
Questo adattamento è un meccanismo di difesa che protegge la pianta dagli insetti notturni e dalla pioggia, contribuendo al suo stato di salute complessivo.
Un’altra particolarità dell’Albizia è che le sue radici agiscono come fissatori di azoto nel terreno, migliorando la sua fertilità.
Inoltre, l’Albizia è utilizzata nella medicina tradizionale di alcune culture per le sue presunte proprietà curative. Leggi tutto “L’Albizia”

Raccolta consapevole per l’inverno

Siamo a Novembre e credo proprio sia il momento opportuno per fare una raccolta consapevole per l’inverno delle nostre foglie tintorie , utili anche in l’ecoprint.

MOMENTI MAGICI PER LA RACCOLTA

Mentre le foglie cadono e l’inverno si fa strada, possiamo infatti fare la nostra riserva, sia per catturare, la magia della stagione, in quanto in questo periodo autunnale, le foglie fresche sono ideali per avere ottimi risultati di stampe, sia per avere l’opportunità di conservare le foglie per il futuro.

Raccolta consapevole per l'inverno

Cercherò quindi  di condividere consigli su come raccoglierle e conservarle per mantenerle fresche e pronte all’uso.

Intanto durante questo periodo, è bello prendersi del tempo per esplorare i parchi e i boschi nelle nostre vicinanze, in modo da raccogliere foglie, di varie dimensioni e specie.

COME RACCOGLIERE LE FOGLIE

Scegli con cura e seleziona foglie che presentano colori e forme interessanti.
Queste ultime, saranno utili anche per delle stampe a riserva.
Ti consiglio di raccogliere una varietà di specie, per ottenere una gamma di impronte e colori differenti.
Per una raccolta etica evita di danneggiare alberi o arbusti durante la raccolta.
Prendi perlopiù foglie cadute o già secche.
Se le foglie sono sporche, ti consiglio di lavarle con delicatezza per rimuovere detriti e polvere.

raccolta foglie per l'inverno

CONSERVAZIONE DELLE FOGLIE Leggi tutto “Raccolta consapevole per l’inverno”

La Robinia pseudoacacia

Oggi voglio parlarvi di una pianta, molto comune la Robinia Pseudoacacia.
Negli articoli scorsi, non ve ne ho mai parlato, forse perché troppo comune?
Forse si, è per questo!
Riflettendoci sopra, però, mi sono detta che è proprio perché è così comune e facile da trovare, che bisogna parlarne, perché tra l’altro i suoi risultati in ecoprint, sono veramente apprezzabili!

robinia pseudoacacia stampata su camicia di seta

Robinia e Acacia sono specie simili, spesso confuse, tanto che la robinia è anche detta “falsa acacia“.
Il suo nome botanico però, è proprio,  Robinia pseudocacia.
Il termine è  dovuto,  al grande naturalista Linneo.
Questo termine pseudoacacia, gli viene dato infatti, dal prefisso pseudo (simile esteriormente a) ed acacia, che è il termine scientifico con cui si indica il genere delle piante comunemente chiamate mimose.
Pseudoacacia significa quindi, simile a.
E’ nota anche come gaggia e ne esistono diverse varietà.

ROBINIA SENZA SPINE

Esiste una varietà, la Robinia pseudoacacia umbraculifera, che si distingue nettamente dalle altre per l’ombra fitta e compatta, per il fogliame denso e per l’assenza di spine; queste caratteristiche la rendono un albero da ombra ideale nei parchi. La fioritura è scarsa e a volte assente.
Quasi tutte le altre specie presentano ,invece, soprattutto in fase giovanile, molte lunghe spine appuntite, che nel tempo poi, lignificano.


STORIA E ORIGINI

La Robinia pseudoacacia è originaria dell’America del Nord, in particolare delle regioni orientali degli Stati Uniti.
E’ stata introdotta in Europa nel 1601 da Jean Robin, farmacista e botanico del re di Francia, Enrico IV.
Oggi la Robinia pseudoacacia risulta ben diffusa, ed ovviamente naturalizzata, in tutta Italia.

ALCUNE CARATTERISTICHE BOTANICHE

La Robinia pseudoacacia è una pianta decidua, appartenente alla famiglia delle Fabaceae, dette anche Leguminose.
Le sue foglie sono composte da un numero dispari di foglioline disposte ai lati opposti della nervatura centrale, più una all’apice.

Foglia di robinia pseudoacaciamiele di acacia, frittelle di acacia, legno di acacia,
La loro caratteristica è quella di essere aperte di giorno, mentre di notte tendono a chiudersi sovrapponendosi.
E’ una pianta che ha inoltre, un’ottima capacità di adattarsi alle diverse condizioni climatiche.

MIGLIORATRICE DEL TERRENO
Come tutte le leguminose, la robinia si avvale dei benefici dell’azotofissazione simbiotica.
La sua capacità di fissare l’azoto atmosferico nel terreno, rende questa pianta benefica per il suolo stesso, arricchendolo con nutrienti essenziali per la crescita di altre piante circostanti. Leggi tutto “La Robinia pseudoacacia”

La Dodonea Purpurea

Conoscete la Dodonea Purpurea? Io l’ho conosciuta tempo fa, per caso.
E cosa ti viene subito da pensare? Che la natura è un insieme di meraviglie inesplorate !
Poiché appunto, sono rimasta attratta dal colore di questa pianta e dal suo portamento, chiaramente l’ho subito acquistata in vaso.
C’è da dire, che la Dodonea Purpurea non ha affascinato solo me,  ma per secoli ha affascinato anche botanici e artisti.
Infatti questa pianta, nota anche come “pianta del sangue” o “albero del sangue”, possiede un’interessante e ricca storia.

STORIA E ORIGINI DELLA DODONEA PURPUREA

La Dodonea Purpurea, è originaria delle regioni subtropicali e temperate dell’Australia e della Nuova Zelanda.
E’ stata scoperta per la prima volta dagli aborigeni australiani che ne hanno riconosciuto il valore sia come pianta medicinale che per le sue proprietà tintorie.
Il nome “Dodonea” è un omaggio all’antico oracolo greco di Dodona, rinomato per la sua connessione con la natura e la saggezza.
Sembra però anche, che debba il suo nome al medico- botanico fiammingo Rembert Dodoens (1517-1585).
La Dodonaea in Australia è chiamata “Purple Hop Bush” o “Ake Ake” in riferimento agli arbusti del luppolo, perché le capsule, dal gusto amaro, venivano usate dai primi coloni per aromatizzare la birra in sostituzione appunto del luppolo.

CARATTERISTICHE BOTANICHE 

La Dodonea è una specie sempreverde, appartenente alla famiglia delle Sapindaceae, come anche il più conosciuto ippocastano.

foglie della dodonea purpurea
Questo genere contiene all’incirca 70 specie.
La varietà di maggiore impatto estetico, è la Dodonaea viscosa rubra o purpurea che al freddo dell’inverno colora di rosso acceso il suo fogliame.
Ed è proprio  la specie Dodonaea viscosa, la pianta transoceanica più disseminata. Leggi tutto “La Dodonea Purpurea”