Come fare una busta tessile

Oggi vi descrivo come fare una busta tessile.
Giorni fa infatti,  è stato il compleanno della mia più cara amica e io che amo le sfide, ho deciso che il suo biglietto di auguri, doveva essere contenuto in una busta tessile realizzata con le mie mani .

busta tessile e biglietto
Spesso mi dicono che la creatività non mi manca ed io, spronata da queste lusinghe, spesso mi metto alla prova. Del resto è vero, l’handmade è il mio stile di vita e credo che la creatività  sia più  bella se condivisa.

RICICLO PER UNA BUSTA TESSILE
Ho quindi immediatamente cercato, tra i miei tessuti, chiaramente tinti in modo naturale, le nuance più adatte. Cercavo piccoli pezzi in tinta unita, perché avrei poi voluto ricamarli e aggiungere una scritta.

Tra le varie mie tinture ho scelto infine, del cotone tinto con fiori di acetosella in tintura scarica e del lino tinto con cocciniglia scarica anch’essa.
Si, perché in genere riciclo fino all’ultimo le mie tinture, anche perché quelle esauste, sono proprio quelle più di mio gusto.
Non ho realizzato una busta tessile semplice, no, altrimenti non era una sfida abbastanza difficile…

COME FARE UNA BUSTA TESSILE
Ho tagliato 4 quadrati 20×20 , due per colore e li ho assemblati cucendoli  a macchina, alternando appunto i colori. Non è stato affatto semplice, perché le geometrie, nel cucito, per me, sono complicate. Una volta però superato questo passaggio, la strada è stata in discesa.

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Il girasole

Pochi giorni fa è  entrata l’estate e vorrei omaggiarla proprio con un articolo sul girasole, visto che è considerato il fiore che porta gioia e luce.

Sabato e domenica  scorsi, ho fatto uno spettacolo di teatro danza.
Eh si, faccio pure questo…e a fine spettacolo  i miei figli mi hanno portato un bellissimo  mazzo di fiori. L’omaggio graditissimo mi ha fatto risaltare subito all’occhio 5 piccoli girasoli, il solidago e rametti vari di eucalipto, oltre a tanti altri  bei fiori.
Avevo già  provato in stampa su cotone il girasole e il risultato è  veramente  stupefacente.

Stampa ecoprint con girasole
Quindi prima ho goduto un po’ i miei fiori, poi, prima che  appassissero, ho tagliato loro il gambo e li ho messi in una vaschetta nel congelatore, in attesa di stampare nuovamente.

Girasoli congelati

Il girasole appartiene alla famiglia delle  Asteraceae Composite.
Il suo nome scientifico “Helianthus” deriva da “helios” parola greca che significa sole , e “anthos” che significa fiore.
A causa del fenomeno noto come eliotropismo, il girasole volge il suo capolino (l’infiorescenza) verso il sole seguendolo lungo tutta la giornata da est ad ovest per ritornare poi alla sera, ad est. Leggi tutto “Il girasole”

Ampliare la palette dei colori naturali.

Per ampliare la palette dei colori naturali, è necessario selezionare e studiare le piante.
Certo non sono una botanica, ma studi e ricerche, oggi come oggi, sono alla base del mio lavoro.

La botanica è una delle scienze più antiche, perché l’uomo, da sempre, ha avuto bisogno dello studio delle piante, per sopravvivere. Ne aveva bisogno per potersi nutrire meglio, per curarsi, scaldarsi e tanto altro.
Non scordiamoci poi, che la vita sul nostro Pianeta dipende proprio dalle piante.
Quindi per avvicinarci alla botanica, dobbiamo almeno un po’ conoscere il mondo vegetale.
Del resto la natura è come un libro aperto da studiare. I giardini e i parchi, durante le nostre passeggiate dovranno diventare il nostro libro di testo e sarà necessario allenare i nostri occhi, ad osservare !

Per iniziare, possiamo cominciare nel fare “amicizia ” con un albero o con una pianta sola. Poi da lì, passeremo  al resto.
Io ci parlo con le piante e con i fiori.
No, non sono matta, ma da quando ho letto il bellissimo libro ” Le emozioni nascoste delle piante “ di Didier Van Cauwelaert in cui leggevo che le piante sono capaci di sperimentare e di mettere in pratica, un’intera gamma di emozioni, quali la paura, la gratitudine, l’immaginazione creativa, l’astuzia, la seduzione, la gelosia, la solidarietà e tante altre, le  curo in modo diverso.

AMPLIARE LA PALETTE PER L’ECOPRINT:
CONSIGLI
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La nandina

Oggi è la festa della mamma e poiché la Nandina è una pianta considerata benaugurale, ho deciso di parlarvene proprio oggi.

Essendo considerata benaugurale, in Giappone è legata  ad un aspetto di sacralità. Infatti con le sue bacche rosse, si adornano i templi a Capodanno in segno di buon auspicio.
È  una pianta molto generosa di colori durante tutto l’anno.
Ha un ‘eleganza particolare, una leggerezza unica e una luminosità che la contraddistingue.
E’ una pianta che avrete visto sicuramente tantissime volte, perché è una grande protagonista dei nostri parchi o giardini.  Per chi non la conosce ancora, non è proprio difficile identificarla, perché ha un aspetto particolare. Ha foglie leggermente coriacee, ovali e lanceolate e ogni singolo fusto porta foglie solo nei due terzi superiori, mentre la base è spoglia.

Foglie di nandina

È  un arbusto molto apprezzato  per il suo fogliame sempreverde ed è  molto resistente anche a basse temperature.  Le sue foglie hanno un colore verde intenso in primavera e in estate, ma in autunno  e in inverno assumono meravigliose tonalità che vanno   dal rosso al  porpora al rosa carico. Inoltre è  impreziosita da gruppetti di bacche rosse.
Proprio  per questo, in inverno abbiamo un bel colpo di colore, pur essendo  periodo di riposo vegetativo per le piante.
Predilige posizioni soleggiate, infatti l’esposizione  alla luce del sole  è  importante proprio  per i viraggi di colore per le sue foglie.

Fa parte della famiglia delle Berberidaceae e  la specie più comune è la  Nandina domestica, originaria del Giappone.

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L’ulivo e i suoi utilizzi

Oggi, giornata di festa, voglio parlarvi dell’ulivo e dei suoi svariati utilizzi.
Non potevo che scegliere, nel giorno di Pasqua, questa pianta, simbolo da millenni di pace, unione, speranza e prosperità.

Potatura di ulivo per numerosi utilizzi
Potatura di ulivo

 

Una delle leggende più conosciute, in relazione a questa pianta, è quella di Noè. Si  racconta appunto che durante il diluvio universale, Noè mandò fuori una colomba, per ben tre volte, per vedere se le acque fossero diminuite sulla superficie della terra. Si tramanda, che al secondo invio della colomba, essa tornò verso sera, con una foglia fresca di ulivo nel becco. In questo modo Noè capì che le acque erano diminuite sulla terra, tanto da poter scoperchiare la sua arca. Ebbe inizio quindi una nuova era di pace e fu così che avvenne la riconciliazione tra terra e cielo.

 

 

L’olivo diventa di conseguenza, una pianta sacra, come anche il succo dei suoi frutti.
Per altre leggende mitologiche, se siete curiosi, leggete qui.

I nomi olivo e ulivo, derivano dal latino olivum.
E’ una pianta da frutto sempreverde, del genere Olea, appartenente alla famiglia delle Oleaceae, la stessa che comprende generi, quali il Ligustrum, il Fraxinus e il Syringa ( lilà comune).
Ha una attività vegetativa, più o meno continua, con attenuazione, chiaramente, nel periodo invernale. L’ulivo è una pianta molto longeva, infattipuò diventare, in condizioni favorevoli, anche una pianta millenaria. L’ulivo più antico d’Italia, si trova in Puglia, a Melendugno ed ha tra i tremila e quattromila anni. Con le sue olive si produce l’Olio Extravergine d’oliva DOP Terre d’Otranto.

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