La nandina

Oggi è la festa della mamma e poiché la Nandina è una pianta considerata benaugurale, ho deciso di parlarvene proprio oggi.

Essendo considerata benaugurale, in Giappone è legata  ad un aspetto di sacralità. Infatti con le sue bacche rosse, si adornano i templi a Capodanno in segno di buon auspicio.
È  una pianta molto generosa di colori durante tutto l’anno.
Ha un ‘eleganza particolare, una leggerezza unica e una luminosità che la contraddistingue.
E’ una pianta che avrete visto sicuramente tantissime volte, perché è una grande protagonista dei nostri parchi o giardini.  Per chi non la conosce ancora, non è proprio difficile identificarla, perché ha un aspetto particolare. Ha foglie leggermente coriacee, ovali e lanceolate e ogni singolo fusto porta foglie solo nei due terzi superiori, mentre la base è spoglia.

Foglie di nandina

È  un arbusto molto apprezzato  per il suo fogliame sempreverde ed è  molto resistente anche a basse temperature.  Le sue foglie hanno un colore verde intenso in primavera e in estate, ma in autunno  e in inverno assumono meravigliose tonalità che vanno   dal rosso al  porpora al rosa carico. Inoltre è  impreziosita da gruppetti di bacche rosse.
Proprio  per questo, in inverno abbiamo un bel colpo di colore, pur essendo  periodo di riposo vegetativo per le piante.
Predilige posizioni soleggiate, infatti l’esposizione  alla luce del sole  è  importante proprio  per i viraggi di colore per le sue foglie.

Fa parte della famiglia delle Berberidaceae e  la specie più comune è la  Nandina domestica, originaria del Giappone.

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Stampa in ecoprint con viburno

Avete mai provato la stampa in ecoprint con il viburno? Lo conoscete ? Lo avete mai provato?  A mio avviso è una pianta molto interessante per l’ecoprint perchè stampa molto bene sia sulle fibre animali che su quelle vegetali.

ecoprint con foglie di viburno

 

Il viburno appartiene al genere Viburnum della famiglia delle Caprifoliaceae, per intenderci, la stessa famiglia del Sambuco.
Comprende circa 200 specie.

Il suo nome deriva dal latino” vincio ” che significa legare, unire, probabilmente perché i suoi rami, soprattutto in alcune specie, sono molto flessibili. Nel mese di maggio va in fiore e per la forma tipica dei suoi fiori è chiamato anche palla di neve.

Quello usato da me è il viburno tino.

Dato il gran numero di specie, possiamo incontrare il viburno con piante sempreverdi o decidue. Inoltre alcune specie sono commestibili e altre tossiche. Alcune hanno foglie lisce, altre rugose e anche le dimensioni possono cambiare. La foglia ha un colore verde scuro, in genere è lucida e ha una forma ovale, un po’ dura, liscia o ruvida a secondo della specie. A volte risulta difficile distinguere i vari tipi, perché in alcune specie, la foglia è simile a quella dell’acero, come nel viburno rosso o acerifolium.

Il Viburnum Tinus invece, è un arbusto sempreverde, dotato di foglie piccole con forma ovale e colore verde scuro sulla pagina superiore e più tenue in quella inferiore. Leggi tutto “Stampa in ecoprint con viburno”

Stampare con la ruggine

Se parlo di stampare con la ruggine, immediatamente, mi vengono in mente le antiche stampe Romagnole.
Nei tempi antichi in Romagna, la stampa a ruggine, era considerata un’arte povera.
Infatti usavano, durante le feste paesane, addobbare i buoi con coperte e tessuti stampati appunto con questa tecnica.
Il colore veniva ricavato dall’utilizzo del ferro lasciato macerare nell’aceto e unito poi alla farina che fungeva da addensante. I disegni erano il più delle volte floreali o con motivi classici. Gli stessi disegni sono spesso, ancor oggi, tramandati tramite gli antichi stampi in legno di pero o noce, intagliati a mano.

MATERIALI  DI RICICLO UTILIZZATI

Durante i giorni di Pasqua, ero a passeggio nella mia montagna, vicino Roma e poiché non mi lascio mai sfuggire nulla di quello che si può trovare in giro, vi mostro cosa ho raccolto a terra, sul prato.

ferro di riciclo

Vi chiederete e cosa ci fai con questi vecchi ferri arrugginiti?
Eh eh, chi mi conosce lo sa, o lo immagina !
Ho messo subito il marito all’opera per togliere i bulloni e a schiacciarli per renderli piatti ed ecco che nella mente subito si fa strada un progetto.

Stampa con la ruggine

Si, perché  tra le diverse tipologie di stampa, c’è quella realizzata da me sui tessuti con tecniche molto simili a quelle dell’ecoprint.
Infatti tramite la cottura dei tessuti a vapore, si possono avere effetti molto particolari sia in tinta unita che in unione con tinture e stampe botaniche.

 

STAMPARE CON LA RUGGINE

Una delle cose utili per stampare con la ruggine, è l’aceto. Si, il comune aceto di vino bianco. Intanto è utile per creare l’acetato di ferro (di cui spiegherò il procedimento per le principianti) e poi perché sarà necessario, durante la cottura a vapore, così come ci ha insegnato a Feltrosa 2018,  Pia Best-Reininghaus, ad irrorare i nostri fagotti, ruotandoli ogni mezz’ora.

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Tamerice

Oggi vi parlerò della Tamerice, pianta non molto conosciuta. Le sue caratteristiche sono molto interessanti, quindi leggimi fino in fondo perchè in ultimo, come sempre si parlerà di ecoprint.

Conosci la tamerice ? Io ne ho proprio due, nel parco vicino casa e chiaramente ne sono rimasta subito affascinata e anche incuriosita. La pianta Tamerice o Tamarix appartiene alla famiglia botanica delle Tamaricaceae e conta una cinquantina di specie : il suo nome è di origine latina e si pensa che derivi dal fiume Tambre, che scorre in Galizia, anticamente chiamato Tamara.
Secondo altri il suo nome invece deriva dal vocabolo ebraico “tamaris”, con il significato di “scopa”, usato per associare il fogliame tipico della tamerice alla parte della scopa utilizzata per spazzare. Proprio per questo, la tamerice, è conosciuta diffusamente anche con il nome di “scopa marina”.
Spesso questa pianta è identificata anche come “arbusto del deserto”.

La Tamarix gallica è la specie più diffusa in Italia come pianta ornamentale; è nota, oltre che col nome di tamerice comune, anche con i nomi volgari di cipressina, tamarisco e come dicevo prima, scopa marina.

Il suo portamento è un po’ disordinato, può essere cespuglioso, arrotondato  .e in alcuni casi anche piangente. Cresce spontaneamente sulle coste di tutta l’Europa e dell’Italia
Il periodo di fioritura dipende dalla specie. Alcune fioriscono in primavera, altre in estate o autunno. Questi alberelli, qui da me, in questi giorni sono tutti in fiore.

Pianta di TamericeTutti i rami infatti, si coprono leggermente di piccoli fiori, di solito color rosa pallido. L’effetto estetico è di grande eleganza e leggerezza.
Le tamerici che fioriscono in primavera, inoltre, lo fanno prima della comparsa delle foglie, che sono simili a quelle del cipresso.
Ai fiori seguono piccoli frutti a capsula contenenti i semi
La tamerice infatti, si moltiplica in natura con auto disseminazione, visto che produce una miriade di semi portati anche lontano dal vento.
Il suo fusto è generalmente eretto o inclinato, con corteccia grigiastra, profondamente rugosa; le ramificazioni sono dense e formano una chioma tondeggiante. I rami giovani sono molto sottili e flessibili, spesso arcuati o penduli.
Dalla sua corteccia si estraggono sostanze tanniche.
Le tamerici inoltre, sono piante mellifere, sono bottinate dalle api ma il miele che si produce è in piccole quantità. Leggi tutto “Tamerice”

Il mio grembiule preferito

Da piccolina avevo il mio grembiule preferito, il grembiulino, quello a maniche lunghe,  chiaramente rosa.
Appena lo indossavo entravo in un  mondo tutto mio e giocavo con colori e pennelli, spesso schizzando a destra e a manca, liberando la mia creatività.
A volte invece, lo indossavo improvvisandomi piccola cuoca e pasticciando in cucina con la mamma.

Il grembiule in linea generale è un simbolo. Avete mai riflettuto su questo ?
A scuola ad esempio, indossarlo, significa rispettare le regole e quindi poi di conseguenza abitua a rispettare le regole nella società civile, o almeno dovrebbe!
Inoltre, soprattutto nei tempi passati, eliminava le differenze sociali  e anche oggi, rappresenta in molti casi, l’inizio di un percorso.

E’ un indumento di lunga data, infatti la storia dell’origine del grembiule inizia nell’antico Egitto. Nel corso del tempo ha poi mantenuto le sue caratteristiche nell’uso ed è diventato, direi, ai giorni nostri, onnipresente.

In genere il grembiule simboleggia il duro lavoro, per me invece è considerato il mio compagno d’arte ed è quindi secondo me qualcosa di più che un semplice indumento.
Ne ho realizzati tanti nel tempo, ma il mio grembiule preferito è questo in foto.

grembiule con ecoprintL’ho realizzato con tinture naturali, texture e giochi di  composizione  con le mie amate  foglie e le mie tinture naturali.

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