Autobiografia sui tessuti

Scrivere o meglio stampare un’ autobiografia sui tessuti, può voler significare lasciare qualcosa di sé  sul tessuto stesso.
Questo, sicuramente  avviene nelle nostre stampe e certamente in quelle di tutte noi ecoprinter.
Infatti anche una qualsiasi stampa in ecoprint, secondo me,  racconta esattamente le emozioni del momento, a volte anche quelle più  profonde.

Quando stampo su un tessuto infatti, credo proprio di riuscire ad entrare in contatto con la mia vera essenza, lasciando fuori così, tutte le preoccupazioni e i tanti pensieri della vita quotidiana.
Praticamente quindi,  la stampa in ecoprint, essendo una modalità  di espressione, comunica a chi la vede e la osserva, molto probabilmente, delle sensazioni.

Autobiografia sui tessuti
Possono essere bellezza, armonia, equilibrio, meraviglia, eleganza o esattamente  il loro contrario.

AUTOBIOGRAFIA SUI TESSUTI

Ora vi confido una cosa:  sulla mia scrivania ho un quaderno di appunti, dove, tra le ricette, gli schizzi dei modelli e annotazioni varie, ogni tanto, quando ne ho voglia,  scrivo quanto di bello mi è  accaduto durante la giornata,  anche a volte, le cose più semplici, che mi accadono.
Questo perché così, quando mi capita di sfogliarlo, per leggere ad esempio le dosi di una ricetta, rileggendo e ricordandomi  ” la bella cosa ” successa, mi predispongo ad una grande quiete, che verrà trasmessa di conseguenza, alla mia stampa. Se viceversa,  sono stressata o mi trovo in un momento  negativo, sicuramente  questo si ripercuoterà  sul design  che sarà  confuso e non armonico.
Devo dire che questo mi è  successo tante volte!

libera creatività

GUARDARSI DENTRO

Insomma,  guardarsi dentro a mio avviso, è sempre utile e fa sempre bene. Aggiungere poi, una bella passeggiata  al parco, fa ancora meglio.
Riusciremo così sicuramente ad ascoltare noi stessi e a liberare la creatività che è dentro ognuno di noi.

Per me stampare con la tecnica dell’ecoprinting significa concentrarsi sul bello, avere un momento tutto mio, staccare da tutto, liberare la mente dalle mille cose quotidiane.
Solo così  il flusso creativo potrà andare in circolo e potremo riuscire ad  avvicinarci alla nostra vera natura. Leggi tutto “Autobiografia sui tessuti”

Le tre C dell’ecoprint

Le tre C dell’ecoprint, potrebbero essere tante.
Creatività, coraggio e  condivisione .
Oppure consapevolezza, conoscenza e controllo. O ancora curiosità, contaminazione e cambiamento. Oggi di C me ne vengono tante in mente: , costanza, collaborazione e confronto.
Quale delle C,  sentite più vostre ?

Parto dalla prima:

LE MIE TRE C DELL’ ECOPRINT

LA CREATIVITA’
Sul web ho trovato questa definizione:
La creatività è uno stile di pensiero che si esprime in processi mentali caratteristici. Procede essenzialmente per associazioni tra idee, concetti, fatti, e dà origine a idee e concetti nuovi, invenzioni, scoperte: insomma, a risultati tanto originali quanto efficaci. Nell’ecoprint, potrebbe tradursi in capi stampati con originalità .
Io  spesso ci provo, ma non sempre la cosa è facile. Qui sotto ad esempio ho creato uno scialle con delle righe, in modo da avere un gioco diverso sia di colori che di movimento.

Una delle 3 C dell'ecoprint: creatività

IL CORAGGIO

Il coraggio deriva dal latino cor habeo, che vuol dire avere cuore, agire con il cuore. Il coraggio quindi è quella forza d’animo che ci viene quando facciamo le cose a cui davvero teniamo. Nell’ecoprint, potremo tradurlo quindi nel fare, provare e sperimentare le cose, appunto, mettendoci il cuore. Questo in realtà, il mettersi alla prova e avere coraggio di sbagliare, credo lo facciamo sicuramente, un po’ tutte noi. Coraggio quindi di provare cose nuove, lasciando indietro le proprie zone comfort, come in questo lavoro qui sotto in foto.

nuove prove di stampa
Nuove prove di stampa

In quest’altro invece vi mostro un altro esperimento, dove ho mischiato lettere dell’alfabeto con foglie tintorie. Questo perché amo vedere sempre modi nuovi di stampare.

Sperimentazione con alfabeto

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Grevillea johnsonii

Vi ho già parlato in un articolo precedente della Grevillea johnsonii.
Vi ho detto che l’ho trovata per caso, osservando come faccio sempre, le piante, durante una passeggiata.
Ormai ne sono innamorata persa, perché in ecoprint, sia sui tessuti che sulla pelle, ci dona degli effetti interessantissimi, al pari della tanto amata casuarina.

E’ comunemente nota come grevillea di Johnson o fiore di ragno di Johnson, è una specie di pianta da fiore della famiglia delle Proteaceae.
Il genere Grevillea , comprende tra le 400 e le 500 specie di arbusti e alberi originari dell’Australia e della Papua Nuova Guinea

CARATTERISTICHE PER INDIVIDUARE LA GREVILLEA JOHHNSONII
Questo tipo di grevillea viene spesso scambiata per una varietà di pino avendo foglie aghiformi molto lunghe.

grevillea johnsonii

Le foglie sono sempreverdi, pinnate, aghiformi e appunto lunghissime, simili a quelle di un pino marittimo, di colore verde scuro e sono molto folte.
Hanno una consistenza un po’ coriacea, quindi  leggermente dure e  come dicevo e vedete nella foto, su in alto,  lunghe fino a 15 cm. circa.
Producono bellissimi fiori rosa o rossi  che fioriscono da gennaio e marzo.
Si tratta di piante molto resistenti ai parassiti e alle malattie

Esigono esposizioni al sole, terreno drenato, da neutro ad acido e tollerano di buon grado siccità e salsedine, tanto da essere ampiamente utilizzate lungo le coste.  Teme quindi i terreni calcarei.

GREVILLEA JOHNSONII IN ECOPRINT

Questa specifica riguardante il terreno, ci fa già capire come comportarci nella nostra stampa in ecoprint.
Se teme i terreni calcarei, vuol dire che non ha molta affinità con sostante alcaline, mentre ho detto che ama il terreno neutro o acido, quindi sui miei tessuti agirò di conseguenza.
Questa in foto qui sotto, è una stampa recente, realizzata su pelle.

grevillea johnsonii in ecoprint su pelle

La stampa, sembra tridimensionale, i rametti sembrano sollevati e l’effetto, a mio parere, è veramente bello. Leggi tutto “Grevillea johnsonii”

La natura si racconta sul velluto

Perché questo titolo “la natura si racconta sul velluto”?
Perché a volte la natura fa degli scambi estetici meravigliosi.
E’ il caso della natura, appunto, con il tessuto di velluto.

ecoprint su velluto
Era tanto che lo cercavo in seta e finalmente l’ho trovato.
Il velluto, oggi però, viene prodotto anche in cotone, lana e rayon .

UN PO’ DI STORIA

E’ considerato un tessuto invernale che presenta sulla faccia del dritto, un fitto pelo o minuscoli anelli di filo.
È un tessuto di origine occidentale e in Italia iniziò a diffondersi presso le classi agiate intorno al trecento circa.
Però proprio l’Italia diventa presto la principale produttrice di questo particolare tessuto peloso. Le città italiane protagoniste del velluto sono Amalfi, Lucca, Siena, Pisa, Firenze, Genova e Venezia.

Significa letteralmente ‘’tessuto con pelo’’. Esistono tradizionalmente il velluto ad ordito e il velluto a trama. A seconda della lavorazione, si ottengono diversi risultati. Quello più conosciuto è il velluto a ordito, classico dell’antichità, tipicamente in seta.
Solo più tardi verrà realizzato, come dicevo, anche in cotone  ma anche con tessuti sintetici.

COME TRATTARLO

Il velluto è un tessuto molto luminoso e fine, ma allo stesso tempo resistente, caldo e morbido.  Soprattutto quello in seta, direi che possiamo definirlo anche pregiato.
Se decidiamo di lavarlo in lavatrice però dobbiamo lavarlo con un programma per seta o lana a 30°. La centrifuga è da evitare e bisogna fare attenzione se si usa l’asciugatrice. È importante, in questo caso, di assicurarsi sempre che il capo sia rivolto con il pelo all’interno. La stiratura decisamente, deve essere leggera per evitare di schiacciare troppo il tessuto.

LA NATURA SI RACCONTA SUL TESSUTO

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Le ortensie

Fin da piccola, ho amato le ortensie, perché sono fiori che trovavo nel meraviglioso giardino di mia zia, la mia carissima Madrina, dal nome, anche lei,  Ortensia.
Ogni volta che la andavo a trovare, giravo nel suo giardino in cerca di meraviglie. Quindi, già da piccolina ero attratta dalla natura e dai suoi meravigliosi doni. In particolare mi piaceva proprio un grande cespuglio di ortensie che di stagione in stagione modificava i suoi colori.
Oggi ho chiesto ai miei cugini, che abitano ancora nella villa, di farmi una foto di quel cespuglio.  Si, questo perché voglio proprio parlarvi delle ortensie e del loro bellissimo risultato in ecoprint.

Ortensie in vaso

Grandi, rigogliose e dai colori intensi, le ortensie mi ricordano, come dicevo più su, mia zia e mia nonna.
Tenerle in casa, o addirittura, stamparle sul tessuto, per me, vuol dire quindi, fare un tuffo nel passato.

LA STORIA DELLE ORTENSIE

Lo sapete che la più bella collezione di ortensie in Italia si trova nel Parco Storico Villa Serra (villa serra.it) a Sant’Olcese, in provincia di Genova? Qui ci sono 1.800 piante per un totale di 250 specie.  Nel Parco è possibile ripercorrere la storia delle ortensie in Italia e in Europa dal 1736 ad oggi.

CARATTERISTICHE DELLE ORTENSIE

Scoperte per la prima volta in Giappone, le ortensie sono piante resistenti, molto adattabili a diversi terreni e climi.
Il nome Ortensia proviene dal greco “hydor” che significa acqua e “angos” che significa contenitore, ossia vaso d’acqua, facendo riferimento alla necessità dell’Ortensia di acqua in abbondanza e alla corolla a forma di calice.
In alcune specie di ortensia, tra cui la Macrophylla e la Serrata, i fiori sono in grado di cambiare colore in base al pH del terreno e alla presenza di minerali come l’alluminio e il ferro.

Le ortensie, in autunno diventano magnifiche sia per le foglie gialle, arancio o rosse, sia per le infiorescenze che, seccando, si fanno verdoline,

ortensia verdolina

rosate, rosso porpora: in particolar modo le macrophylla, le quercifolia (Hydrangea quercifolia), le cui grosse foglie lobate diventano rosso-arancio-porpora.

UN FIORE DAI PETALI PARTICOLARI

Le ortensie sono molto particolari, perché sono in grado di cambiare il colore dei petali dei fiori in base alla maggiore o minore acidità del terreno: più il terreno è acido, maggiori saranno le possibilità che i fiori saranno azzurri, meno acido è il terreno più il colore corrisponderà al rosa o al rosso.
Poi ci sono quelle rosa e bianche, che possono essere trasformate addirittura in blu. Per ottenere ciò occorre rendere il terriccio acido ossia con un Ph al di sotto di 7.

Ortensia fucsia

FERRO PER UN TERRENO PIU’ ACIDO

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