Ailanto in ecoprint e tintura

L’ailanto il cui nome botanico è  Ailanthus altissima,  detto anche Albero del Paradiso, è un albero deciduo appartenente alla famiglia delle Simarubacee e può essere usato sia in tintura che in ecoprint.

Essendo deciduo, le sue foglie cadono in inverno, .
Però ultimamente ho trovato dei cespugli in foglia e devo dire che mi sono tornati molto utili perché ho avuto recentemente un corso di ecoprint in presenza, sulle fibre vegetali.

cespuglio di ailanto

Proprio in questo corso abbiamo ottenuto, dalle allieve, delle bellissime stampe dalle sue foglie, come nella foto qui sotto.

Ecoprint con ailanto

L’ailanto è originario della Cina e fu introdotto in Europa nel 1751, per opera di Padre Pierre d’Incarville, missionario gesuita.
Oggi lo troviamo spontaneo in tantissime aree urbane e suburbane.
Ne esistono circa 20 generi e circa 150 specie tra alberi e arbusti .
Può essere definita quasi una pianta infestante, in quanto la specie è in grado di colonizzare ampie superfici in brevissimo tempo, la sua crescita infatti è molto rapida.
L’ailanto in realtà, è conosciuto anche come ‘Albero del Paradiso’ proprio per la capacità del fusto di crescere, fino a raggiungere altezze davvero elevate. Alcuni esemplari possono arrivare infatti, anche a 30 metri di altezza.
E’ però  considerata la pianta più infestante d’Italia.
La sua invasività, difficile da controllare, dipende dai tantissimi semi, che la pianta produce annualmente. Produce infatti,  una grande quantità di frutti (samare), otre 350.000 per albero all’anno.
E’  una specie allelopatica, ovvero che inibisce la crescita di altre piante nelle immediate vicinanze, mediante il rilascio di particolari sostanze chimiche nel terreno. Le tossine prodotte dalla corteccia e dalle foglie infatti, inibiscono la crescita di altre piante.

COME RICONOSCERE L’ALBERO

La specie in estate è riconoscibile dalle grandi foglie pennate, lunghe fino a 90 cm. Sono di forma ovale disposte in modo alternato lungo i due lati del fusto e sono di un verde brillante.
Le nuove foglie, invece, quelle che spunteranno in primavera, saranno di un rosso tendente al violaceo.
I fiori gialli, riuniti in racemi, si trovano nella parte terminale dei rami e la fioritura avviene in giugno e si protrae per buona parte dell’estate.
Corteccia, foglie, fiori, rami e radici presentano però una spiacevole caratteristica: un odore sgradevole.
Uno dei numerosi nomi comuni che gli sono stati assegnati infatti, è anche “albero puzzo”.
Se siamo quindi indecisi, durante la raccolta dell’ailanto, per le nostre attività di tintura o ecoprint, basterà spezzare un rametto e odorarlo.
Lo riconosceremo immediatamente.
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Le tre C dell’ecoprint

Le tre C dell’ecoprint, potrebbero essere tante.
Creatività, coraggio e  condivisione .
Oppure consapevolezza, conoscenza e controllo. O ancora curiosità, contaminazione e cambiamento. Oggi di C me ne vengono tante in mente: , costanza, collaborazione e confronto.
Quale delle C,  sentite più vostre ?

Parto dalla prima:

LE MIE TRE C DELL’ ECOPRINT

LA CREATIVITA’
Sul web ho trovato questa definizione:
La creatività è uno stile di pensiero che si esprime in processi mentali caratteristici. Procede essenzialmente per associazioni tra idee, concetti, fatti, e dà origine a idee e concetti nuovi, invenzioni, scoperte: insomma, a risultati tanto originali quanto efficaci. Nell’ecoprint, potrebbe tradursi in capi stampati con originalità .
Io  spesso ci provo, ma non sempre la cosa è facile. Qui sotto ad esempio ho creato uno scialle con delle righe, in modo da avere un gioco diverso sia di colori che di movimento.

Una delle 3 C dell'ecoprint: creatività

IL CORAGGIO

Il coraggio deriva dal latino cor habeo, che vuol dire avere cuore, agire con il cuore. Il coraggio quindi è quella forza d’animo che ci viene quando facciamo le cose a cui davvero teniamo. Nell’ecoprint, potremo tradurlo quindi nel fare, provare e sperimentare le cose, appunto, mettendoci il cuore. Questo in realtà, il mettersi alla prova e avere coraggio di sbagliare, credo lo facciamo sicuramente, un po’ tutte noi. Coraggio quindi di provare cose nuove, lasciando indietro le proprie zone comfort, come in questo lavoro qui sotto in foto.

nuove prove di stampa
Nuove prove di stampa

In quest’altro invece vi mostro un altro esperimento, dove ho mischiato lettere dell’alfabeto con foglie tintorie. Questo perché amo vedere sempre modi nuovi di stampare.

Sperimentazione con alfabeto

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Grevillea johnsonii

Vi ho già parlato in un articolo precedente della Grevillea johnsonii.
Vi ho detto che l’ho trovata per caso, osservando come faccio sempre, le piante, durante una passeggiata.
Ormai ne sono innamorata persa, perché in ecoprint, sia sui tessuti che sulla pelle, ci dona degli effetti interessantissimi, al pari della tanto amata casuarina.

E’ comunemente nota come grevillea di Johnson o fiore di ragno di Johnson, è una specie di pianta da fiore della famiglia delle Proteaceae.
Il genere Grevillea , comprende tra le 400 e le 500 specie di arbusti e alberi originari dell’Australia e della Papua Nuova Guinea

CARATTERISTICHE PER INDIVIDUARE LA GREVILLEA JOHHNSONII
Questo tipo di grevillea viene spesso scambiata per una varietà di pino avendo foglie aghiformi molto lunghe.

grevillea johnsonii

Le foglie sono sempreverdi, pinnate, aghiformi e appunto lunghissime, simili a quelle di un pino marittimo, di colore verde scuro e sono molto folte.
Hanno una consistenza un po’ coriacea, quindi  leggermente dure e  come dicevo e vedete nella foto, su in alto,  lunghe fino a 15 cm. circa.
Producono bellissimi fiori rosa o rossi  che fioriscono da gennaio e marzo.
Si tratta di piante molto resistenti ai parassiti e alle malattie

Esigono esposizioni al sole, terreno drenato, da neutro ad acido e tollerano di buon grado siccità e salsedine, tanto da essere ampiamente utilizzate lungo le coste.  Teme quindi i terreni calcarei.

GREVILLEA JOHNSONII IN ECOPRINT

Questa specifica riguardante il terreno, ci fa già capire come comportarci nella nostra stampa in ecoprint.
Se teme i terreni calcarei, vuol dire che non ha molta affinità con sostante alcaline, mentre ho detto che ama il terreno neutro o acido, quindi sui miei tessuti agirò di conseguenza.
Questa in foto qui sotto, è una stampa recente, realizzata su pelle.

grevillea johnsonii in ecoprint su pelle

La stampa, sembra tridimensionale, i rametti sembrano sollevati e l’effetto, a mio parere, è veramente bello. Leggi tutto “Grevillea johnsonii”

Le ortensie

Fin da piccola, ho amato le ortensie, perché sono fiori che trovavo nel meraviglioso giardino di mia zia, la mia carissima Madrina, dal nome, anche lei,  Ortensia.
Ogni volta che la andavo a trovare, giravo nel suo giardino in cerca di meraviglie. Quindi, già da piccolina ero attratta dalla natura e dai suoi meravigliosi doni. In particolare mi piaceva proprio un grande cespuglio di ortensie che di stagione in stagione modificava i suoi colori.
Oggi ho chiesto ai miei cugini, che abitano ancora nella villa, di farmi una foto di quel cespuglio.  Si, questo perché voglio proprio parlarvi delle ortensie e del loro bellissimo risultato in ecoprint.

Ortensie in vaso

Grandi, rigogliose e dai colori intensi, le ortensie mi ricordano, come dicevo più su, mia zia e mia nonna.
Tenerle in casa, o addirittura, stamparle sul tessuto, per me, vuol dire quindi, fare un tuffo nel passato.

LA STORIA DELLE ORTENSIE

Lo sapete che la più bella collezione di ortensie in Italia si trova nel Parco Storico Villa Serra (villa serra.it) a Sant’Olcese, in provincia di Genova? Qui ci sono 1.800 piante per un totale di 250 specie.  Nel Parco è possibile ripercorrere la storia delle ortensie in Italia e in Europa dal 1736 ad oggi.

CARATTERISTICHE DELLE ORTENSIE

Scoperte per la prima volta in Giappone, le ortensie sono piante resistenti, molto adattabili a diversi terreni e climi.
Il nome Ortensia proviene dal greco “hydor” che significa acqua e “angos” che significa contenitore, ossia vaso d’acqua, facendo riferimento alla necessità dell’Ortensia di acqua in abbondanza e alla corolla a forma di calice.
In alcune specie di ortensia, tra cui la Macrophylla e la Serrata, i fiori sono in grado di cambiare colore in base al pH del terreno e alla presenza di minerali come l’alluminio e il ferro.

Le ortensie, in autunno diventano magnifiche sia per le foglie gialle, arancio o rosse, sia per le infiorescenze che, seccando, si fanno verdoline,

ortensia verdolina

rosate, rosso porpora: in particolar modo le macrophylla, le quercifolia (Hydrangea quercifolia), le cui grosse foglie lobate diventano rosso-arancio-porpora.

UN FIORE DAI PETALI PARTICOLARI

Le ortensie sono molto particolari, perché sono in grado di cambiare il colore dei petali dei fiori in base alla maggiore o minore acidità del terreno: più il terreno è acido, maggiori saranno le possibilità che i fiori saranno azzurri, meno acido è il terreno più il colore corrisponderà al rosa o al rosso.
Poi ci sono quelle rosa e bianche, che possono essere trasformate addirittura in blu. Per ottenere ciò occorre rendere il terriccio acido ossia con un Ph al di sotto di 7.

Ortensia fucsia

FERRO PER UN TERRENO PIU’ ACIDO

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Gli aceri in ecoprint

Le foglie degli aceri in ecoprint regalano sempre meraviglie !
Siete d’accordo?
Acero in ecoprint

 Possiamo collocare infatti gli aceri, tra gli alberi più belli.
Molte specie in questo periodo autunnale, hanno una caratteristica particolare, il cromatismo delle foglie. Esse virano infatti, sui toni del giallo e arancione fino al bronzo, e tra le varie tonalità del rosso che è la caratteristica principale.

Gli aceri in ecoprint
Infatti gli aceri, sono in grado di donarci paesaggi spettacolari con il loro foliage, tanto che in America e in Giappone i giardini botanici, proprio in autunno, sono meta di turismo.

Girando sul web, ho trovato questa bellissima poesia d’amore di Pino Penny, che voglio dedicarvi:

Una foglia di acero rosso

Ho raccolto una foglia di acero, rosso
come il sangue che mi scorre dentro;
caduta nel viale non ancora schiacciata
dagli inconsapevoli passi della gente.
Per conservare il suo rosso colore
-D’amore-
L’ho riposta in un libro di memorie
affinché rimanendo lì vivesse per sempre una foglia di acero rosso.

SPECIE PIU’ DIFFUSE
Ne esistono tantissimi tipi e per caratteristica, possono essere raggruppati in sei diverse  specie: Acero JaponicumAcer Palmatum, che comprende le varietà di acero rosso,  Acer platanoides, Acer Pseudoplatanus e Acer Saccharinum.

Io ho conservato un tipo di acero, identificato come Acero Maiku Jaku, che è una pianta di origine giapponese.

Acero Palmatum Maiku Jaku

Viene chiamato anche, per la sua particolare foglia, acero a foglia di felce, appunto per la sua similitudine nella forma.
In Italia i più comuni sono l’acero campestre, il napoletano, l’italico, l’acero d’Ungheria, l’acero riccio e quello montano; tra quelli non autoctoni ci sono l’acero negundo, il saccarino e l’acero palmato. Leggi tutto “Gli aceri in ecoprint”