Conoscete la feijoa ? Appartiene alla famiglia delle Mirtaceae.
Il suo nome scientifico è Acca Sellowiana ed è originaria del Brasile e del Sud America, ma cresce anche in Italia, perché si adatta abbastanza, alle basse temperature. Nel nostro territorio è considerata più una pianta ornamentale anziché utilizzata per produzione agricola, infatti produce dei buonissimi frutti dal sapore simile all’ananas con un misto di fragola. Leggi tutto “Feijoa”
Tintura con corteccia di pioppo
Ultimamente ho fatto una tintura con corteccia di pioppo, avendo trovato tanta corteccia a terra, dovuta ad una potatura.
Il pioppo appartiene alla famiglia delle Salicaceae .
In Italia troviamo, allo stato spontaneo, quattro tipologie di pioppo. ll Populus tremula o pioppo tremulo, il Populus nigra, quindi il pioppo nero, il Populus alba o pioppo bianco e il Populus canescens, o pioppo canescente.
Comunque ne esistono circa una quarantina di specie.
E’ una pianta longeva e cresce rapidamente con un tronco dritto e snello.
Secondo alcuni autori, nel Medioevo, Populus starebbe per ” albero del popolo” e la spiegazione di questa denominazione è da ricercare nel continuo fruscio delle foglie, che ondeggiando anche con venti molto lievi, sono paragonabili al brusio del popolo.
CORTECCIA DEL PIOPPO
Il pioppo ha una corteccia, che negli esemplari giovani è liscia, simile a quello della betulla, poi quando inizia a svilupparsi, si differenzia subito e si nota , rispetto agli altri alberi, perché noteremo profonde scanalature.
Nel pioppo nigra, la corteccia, in età adulta, infatti, è profondamente fessurata, le scanalature saranno quindi, molto profonde e di color nero carbone.
Oltre alla tintura, con la corteccia di pioppo possiamo conciare le pelli, in quanto è molto ricca di sostanze tanniche.
Alcune parti del pioppo inoltre, vengono utilizzate in medicina. Infatti le sue gemme contengono un olio essenziale, usato contro le tossi e le bronchiti.
In primavera emetterà le prime infiorescenze o amenti: rossi quelli maschili e giallo- verdastri più lunghi quelli femminili. Poi in un secondo momento, metterà le foglie.
COME RICNOSCEREIL PIOPPO
E’ riconoscibilissimo anche dai più inesperti, perché nel periodo tra fine maggio, primi di giugno, va in fioritura. Riconosceremo quindi, quel tipico “polline” bianco che spesso svolazza nell’aria e che a detta di molti, causa molte allergie (anche se non è proprio così ). Pensate che questa sostanza bianca, è costituita da cellulosa, come il cotone, ma ha uno spessore, ben quattro volte inferiore. Pur essendo una fibra naturale, tra le più fini e calde, non può essere filata e viene a volte utilizzata come riempimento e imbottitura per le trapunte leggere. Leggi tutto “Tintura con corteccia di pioppo”
Passiflora
La passiflora è un rampicante molto vigoroso e tenace, di origine Sud americana . Nonostante il suo aspetto delicato, predilige in realtà i climi asciutti e soleggiati. Spesso si pensa che sia il freddo a rovinare le piante, mentre è il vento freddo, quindi va in caso riparata in un angolo soleggiato del nostro terrazzo o giardino.
E’ indicata per ricoprire graticci e reti, ma può essere tranquillamente coltivata in vaso, rispettando le sue esigenze che sono una buona esposizione alla luce e acqua frequente. È coltivata a scopo ornamentale, culinario e terapeutico, ma noi ecoprinter, la usiamo anche per stampare i nostri tessuti.
La parte sicuramente più interessante della passiflora è il fiore stupendo e inconfondibile che fiorisce tra giugno ed agosto, ma a volte anche fino a settembre.
Ne esistono diverse specie e un centinaio di varietà. La passiflora edulis,
da’ origine poi al frutto che è appunto il frutto della passione o come viene chiamato nei Caraibi, maracuja, dal sapore molto delicato. Quando raggiunge una colorazione arancione, tipo l’albicocca è arrivato a maturazione, ma attenzione, non tutte le specie sono commestibili.
PASSIFLORA IN ECOPRINT
Le foglie della passiflora, come dicevo prima, hanno un aspetto delicato, a me piace tantissimo la loro forma e la uso spesso per la mia stampa.
Per lo più si comportano nella stampa in ecoprint, come le classiche foglie a riserva, a volte però inaspettatamente, rilasciano un verdino molto delicato.
Consiglio quindi di usarle con coperte vettore colorate, in modo da rilasciare comunque la loro forma aggraziata.
Alcune specie hanno i lobi più arrotondati e in altre, lobi più a punta e allungati. A volte capita che nello stesso esemplare di pianta, le foglie abbiano una forma variabile. Forse è proprio per questo che a volte non rilasciano per niente colore e a volte si.
FIORE DELLLA PASSIFLORA Leggi tutto “Passiflora”
Il Mandorlo
Nel giardino condominiale sotto casa, ho due alberi di mandorlo.
Qualche giorno fa vedendo le prime gemme aprirsi, non ho resistito nel fotografarlo. Infatti tra le drupacee è quello con ha la fioritura più anticipata tra tutte.
Appartiene alla famiglia delle Rosaceae.
E’ una pianta potenzialmente molto longeva e nell’aspetto somiglia al pesco, ma con foglie più piccole.
E’ originario dell’Asia, ma oggigiorno è riuscito ad acclimatarsi un po’ ovunque. Fino agli anni 50 l’Italia ha detenuto il primato mondiale della produzione di mandorle, soprattutto in Sicilia e in Puglia, infatti è molto adatto al clima mediterraneo.
Il suo nome scientifico è Prunus dulcis e ci sono numerose curiosità e belle leggende che potrete leggere qui. E ‘inoltre da sempre considerato la pianta della speranza e della rinascita.
I suoi frutti sono usati in cucina e sono un alimento prezioso per i vegetariani. Contengono infatti oltre il 20% di proteine ed hanno un elevato potere nutrizionale ed energetico.
In cosmetica, viene molto usato l’olio, estratto dai suoi frutti. Ha proprietà elasticizzanti, emollienti, nutrienti e lenitive. Come dicevo infatti se ne ricava un olio, utile per contrastare l’invecchiamento cutaneo del viso e del corpo. Nutre le pelli arrossate o irritate, protegge le labbra dal freddo, utile come impacco pre-shampoo per capelli secchi e tantissimi altri benefici.
IL MANDORLO IN ECOPRINT
In stampa, il mandorlo dona un bellissimo verde, a volte più chiaro, a volte più intenso, secondo il tipo di tessuto.
Spesso le allieve, nei corsi, mi dicono che non credevano che una foglia così sottile e affusolata potesse rilasciare una così bella impronta. Io infatti la trovo una impronta raffinata. Se voglio mettere del verde sui miei tessuti, la uso sempre.
Ora in questo periodo abbiamo i fiori, ma tra pochissimo l’albero, comincerà a mettere le prime foglioline, anch’esse già pronte per la stampa. ( Non vedo l’ora )
Le foglie possono raggiungere fino ai 12 cm. di lunghezza.
Indaco ed ecoprint
L’indaco in generale, abbinato all’ecoprint in particolare è una delle tinture naturali che preferisco.
Se cerchiamo sul web la parola indaco, troviamo questa definizione: colore dello spettro percepibile dall’occhio umano, compreso tra l’azzurro e il violetto. Pur essendo classificato come colore freddo, io lo trovo invece molto “caldo”. Insomma uno dei miei colori preferiti da sempre. Come dicevo prima infatti, un capo tinto con l’indaco in abbinamento con l’ecoprint, lo trovo veramente raffinato.
L’indaco fu uno dei coloranti tra i più preziosi nel mondo antico, usato in Egitto, dove si sono trovate mummie, risalenti al 1500 a.C. avvolte in teli tinti di azzurro d’indaco.
Il pigmento di indaco però è una sostanza colorante nota già 4000 anni fa in Asia, il suo nome infatti deriva dalle Indie. L’ India è considerata infatti il più importante centro produttore ed esportatore fin dall’antichità.
Il suo colore è amato da diverse culture. Infatti in Europa veniva utilizzato, prima delle battaglie, per colorare la pelle e in Giappone, veniva utilizzato per tingere i kimono dei defunti.
Fu anche uno dei colori più apprezzati e carichi di significato nel mondo dell’arte. Infatti fu il protagonista di molte forme artistiche e utilizzato nell’arte pittorica da alcuni grandi Maestri per dipingere i mantelli delle Madonne.
Era considerato inoltre un simbolo di prestigio, quindi un colore nobile.
Trovate qui la sua interessante storia.
E’ inoltre il titolo di una bellissima e famosa canzone di Zucchero: “Indaco dagli occhi del cielo “che a me piace molto .
Se piace anche a voi potrete ascoltarla qui
ESTRAZIONE DEL COLORE
Il colore blu oggi, si può ottenere dal pigmento ricavato da tre diverse piante, dall’indaco ( Indigofera tinctoria) dal guado ( Isatis tinctoria) e dalla persicaria dei tintori (Poligonum tinctorium).
Se si usano foglie fresche, il colore risulterà meno saturo, se invece si vuole ottenere un colore bello pieno, dovremo usare l’estratto.
Di queste tre piante, solo le ultime due , sono coltivate più facilmente in Europa, per l’Indaco invece, credo rimanga Leggi tutto “Indaco ed ecoprint”