La Tuia

La Tuia, conosciuta scientificamente come Thuja, è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Cupressaceae.
Originaria del Nord America e dell’Asia orientale, questa pianta è popolare in tutto il mondo, grazie alla sua bellezza ornamentale, resistenza e versatilità.
Questa qui sotto, è la Tuia del parco dove vado a fare ginnastica.

La Tuia del parcoThuja plicata, thuja occidentalis,

La tuia è resistente a molte condizioni ambientali, inclusi suoli poveri e climi rigidi, il che la rende adatta a diverse zone geografiche.
Alcune specie di tuia possono vivere per centinaia di anni, infatti è conosciuta anche come albero di vita.

CLASSIFICAZIONE E FAMIGLIA

Il genere Thuja comprende diverse specie, tra cui le più conosciute sono la Thuja occidentalis (Thuja del Canada) e la Thuja plicata (Thuja gigante). Entrambe appartengono alla famiglia delle Cupressaceae, la stessa famiglia dei cipressi, che si distingue per le sue conifere, con foglie squamose o aghiformi.

ORIGINI E STORIA

Le origini della Tuia risalgono a tempi antichi, con le prime testimonianze della sua esistenza che provengono dalle regioni temperate del Nord America e dell’Asia.
In Nord America, la Thuja occidentalis è stata utilizzata dai popoli nativi per secoli, sia come materiale da costruzione, grazie alla durabilità del suo legno, sia per le sue proprietà medicinali.
L’esploratore francese Jacques Cartier, durante il suo secondo viaggio in Canada nel 1535, descrisse l’uso della Thuja occidentalis da parte degli indigeni come rimedio per curare lo scorbuto.

In Asia, in particolare in Cina e Giappone, la Thuja è stata coltivata e venerata per secoli. In questi paesi infatti, la pianta è spesso associata a significati spirituali e simbolici, utilizzata nei giardini dei templi e nel giardinaggio tradizionale.

CARATTERISTICHE BOTANICHE

La tuia è una conifera sempreverde che può raggiungere altezze notevoli, con alcune specie che superano i 20 metri.
Le foglie sono disposte in squame piatte e appiattite, di colore verde vivo, che assumono una tonalità bronzea in inverno.
I rami si sviluppano in modo compatto e regolare, conferendo alla pianta un aspetto ordinato e armonioso.
Le infiorescenze della Tuia sono piccole e poco appariscenti.

Tuia frutti con semi

La pianta produce piccoli coni legnosi che contengono i semi, i quali sono dotati di ali che facilitano la dispersione tramite il vento. Leggi tutto “La Tuia”

Texture con le legature

Ottenere texture con le legature è una delle cose più divertenti che si possa creare su un tessuto.
Come ottenerle? Una volta che abbiamo disposto i materiali vegetali sul tessuto, quest’ultimo viene piegato, arrotolato o legato in vari modi.
Questa fase di legatura è cruciale, poiché le pieghe e le legature determinano i segni e le texture che verranno impresse.

Legature e texture
Tra le varie tecniche, le più comuni sono:
l’arrotolamento stretto dove il tessuto viene arrotolato intorno a un supporto, che può essere un bastone o un tubo e legato strettamente con corde spago, fettucce o elastici.

Legature bundle
Altro tipo di  tecnica sono le pieghe a fisarmonica: il tessuto sarà piegato ripetutamente come una fisarmonica, quindi legato o avvolto in modo da mantenere la forma.
Oppure ancora i nodi e legature casuali: nodi e legature irregolari creano effetti più spontanei e imprevedibili.
Ultimamente ho fatto delle legature anche con l’indaco e questo  nella foto qui sotto è il risultato.

Legature con tintura in indaco
Legature con tintura in indaco


LA MAGIA DELLA COTTURA IN ACQUA

Se adoperiamo la cottura in acqua, dopo la legatura, immergeremo il bundle con il tessuto e i materiali vegetali in una pentola d’acqua e cuoceremo a fuoco lento per diverso tempo.
Come ben sappiamo, il calore e l’umidità aiuteranno a trasferire i pigmenti naturali dalle piante al tessuto.
La durata e la temperatura della cottura possono variare, influenzando i colori e le texture finali.

TEXTURE CON LE LEGATURE

Durante la cottura quindi, i pigmenti delle piante migrano sul tessuto, creando una miriade di segni unici.
Le legature strette, impediscono al colore di raggiungere alcune aree, creando così, contrasti sempre interessanti.
Infatti queste texture con le legature, si ottengono solo tramite spago, elastici o fili, che creano appunto, aree di resistenza, che impediscono al colore di penetrare uniformemente.

SEGNI E TEXTURE: UN MONDO DI BELLEZZA NATURALE

I segni lasciati dalle legature e dalla cottura in acqua sono estremamente variabili e irripetibili, mai uguali.
I colori dipendono da diversi fattori come ad esempio il tipo di pianta.
Le diverse piante infatti, messe in acqua, rilasciano pigmenti diversi.
Ad esempio, alcune foglie di eucalipto tendono a creare un bel fondo arancione, come in foto.

Legature con cottura in acqua con eucalipto
Legature con cottura in acqua con foglie di eucalipto

Invece altri tipi di foglie, possono produrre toni verdi o marroni.
Ogni foglia e fiore infatti, contribuisce con la sua essenza unica,  a trasformare il tessuto, in una tela, ricca di colori e texture, tra le più svariate.
Come dicevo prima, le pieghe e le legature creano resistenze al passaggio del colore, formando pattern unici come cerchi, linee e forme astratte.

stampa legature e foglie

Se poi, sotto o sopra lo spago, inseriamo delle foglie, anch’esse verranno stampate con un effetto molto particolare.

Legature del bundle con foglie

I tempi di cottura più lunghi e temperature più alte, potranno senz’altro intensificare i colori e le texture, mentre cotture più brevi o a basse temperature, possono dare risultati più delicati e sfumati.
Durante la cottura comunque, vari fattori possono influenzare il risultato finale: l’acqua utilizzata, ad esempio, può variare, da acqua distillata a quella di rubinetto e ciò, potrebbe influenzare la reazione chimica tra i pigmenti e il tessuto.
Alcune volte poi aggiungo all’acqua di cottura, aceto o allume, per migliorare il fissaggio dei colori.

Leggi tutto “Texture con le legature”

Le Gerbere

Ho sempre amato le Gerbere, per la loro bellezza e i loro colori vivaci.
Conosciute anche come margherite del Transvaalhanno una varietà cromatica, che le rende sicuramente ideali, per composizioni floreali, bouquet da sposa, decorazioni per eventi e naturalmente per il nostro ecoprint.
Sono tra le piante ornamentali più amate e diffuse in tutto il mondo e sia che si trovino in un bouquet o nel giardino di casa, riescono sempre a trasmettere bellezza e un tocco di vivacità.
Fiori di gerbere
PROVENIENZA E HABITAT
Le gerbere prosperano in climi caldi e temperati e in natura, crescono in terreni ben drenati e in pieno sole.
Sono piante perenni nelle loro regioni di origine, ma vengono spesso coltivate come annuali, in climi più freddi.
Appartenenti alla famiglia delle Asteraceae,  include oltre 23.000 specie di piante.
Sono strettamente imparentate con margherite, girasoli e crisantemi.
Le gerbere sono originarie del Sudafrica, dove crescono spontaneamente in praterie e zone rocciose.
In tempi recenti, la loro coltivazione si è diffusa in tutto il mondo, grazie al loro fascino e alla loro adattabilità a diversi climi.
Grazie alla loro capacità di colorare qualsiasi ambiente, sono tra i fiori recisi più popolari al mondo. 

Sono inoltre apprezzate come fiori da giardino, grazie alla loro resistenza e alla loro lunga fioritura.

Gerbere in vaso
Alcune varietà di gerbere, sono anche utilizzate a scopo alimentare, per la produzione di marmellate e sciroppi.

CARATTERISTICHE 

Leggi tutto “Le Gerbere”

Il fiore di carota

Il fiore di carota è una pianta erbacea che troviamo spesso, dalla primavera in poi, nei prati molto soleggiati.
Il suo nome scientifico è  Daucus carota, chiamato anche Queen Anne’s pizzi, per la bellezza della sua corolla, perché sembra appunto un delicato pizzo.
Comunemente il fiore è noto però, come fiore di carota selvatica.
in Italia troviamo tantissime sottospecie. Ma come riconoscerlo? A quali altre piante assomiglia? Quando fiorisce? E’ utile in tintura e in stampa?
Ora piano piano, scopriamo tutto!

ETIMOLOGIA E APPARTENENZA FAMILIARE

Il nome “Daucus carota” ha origini antiche, deriva infatti dal greco “daúkos”, che significa “ravanello”, probabilmente proprio per la somiglianza delle radici di questa pianta con quelle del ravanello.
Il termine “carota” è invece legato al latino “carōta”, che si riferisce alla radice commestibile della pianta.
Appartenente alla famiglia delle Apiaceae, nota anche come Umbelliferae, la carota selvatica inoltre,  è imparentata con altre piante come il prezzemolo, il finocchio e l’anice.

ORIGINI E HABITAT

La carota selvatica è originaria dell’Eurasia e del Nord Africa, dove cresce rigogliosamente nei campi, lungo i bordi delle strade e nei terreni incolti.
La sua diffusione nel corso dei secoli l’ha resa una presenza comune in molte regioni del mondo.
Allo stato spontaneo è considerata pianta infestante e oggi si trova facilmente, in posti assolati ed in zone calde e sassose.

DIFFERENZA DALLA CAROTA COMMESTIBILE

Sebbene la carota selvatica e quella commestibile siano strettamente imparentate, presentano alcune differenze significative.
La carota selvatica è nota principalmente per i suoi fiori e le sue foglie, mentre la carota coltivata è apprezzata soprattutto per le sue radici dolci e croccanti.

Fiore di carotaRICONOSCERE IL FIORE DI CAROTA

Il fiore di carota, ha un’infiorescenza ad ombrello composta da numerosi piccoli fiori bianchi a cinque petali.
Il centro dell’ombrella è caratterizzato da un fiore scuro, tendente al rosso scuro, che funge da richiamo per gli insetti impollinatori.
Lo stelo è peloso e le foglie sono finemente divise e anche loro villose.

Un sosia da non confondere

Il fiore di carota però, potrebbe essere confuso con quello della cicuta maggiore (Conium maculatum), una pianta estremamente velenosa.
Per distinguerli, è importante osservare attentamente il centro dell’infiorescenza: nella carota, come già accennato, è presente un fiore scuro, mentre nella cicuta maggiore, tutti i fiori sono bianchi.
Inoltre, le foglie della cicuta maggiore hanno un odore sgradevole simile al sedano, mentre quelle della carota emanano un profumo gradevole e aromatico. Leggi tutto “Il fiore di carota”

I miei tessuti in verde

Se nel web cerchiamo come tingere naturalmente di verde i nostri tessuti, troviamo un po’ di tutto, ma non sempre, quello che troviamo, ci soddisfa, quindi oggi voglio parlarvi dei miei tessuti in verde e delle mie esperienze a riguardo.
Intanto c’è da dire che il verde, non è solo il colore della rigenerazione e della vita, ma è un colore che è stato celebrato e utilizzato in modi diversi, attraverso le epoche, lasciando quindi un’impronta indelebile nella storia e nella cultura umana.

IL VERDE: UNA TONALITA’ DI RINASCITA
Il verde è universalmente riconosciuto come il colore della natura rigogliosa, delle foreste verdi e dei prati lussureggianti.
È simbolo di speranza e rinnovamento, riflettendo il ciclo senza fine della vita e della morte, che caratterizza il mondo naturale.
Nelle civiltà antiche, il verde era spesso associato a divinità legate alla fertilità e alla rinascita.
Ad esempio, nella mitologia egizia, il dio Osiride, il signore della fertilità e della rinascita, era spesso rappresentato con la pelle verde, simboleggiando la sua connessione con la natura e il ciclo eterno della vita.

CURIOSITA’ SUL VERDE
Il verde è anche un colore ricco di curiosità e sfumature interessanti.
Per esempio, sapevate che il verde è l’unico colore che non può essere prodotto dall’occhio umano? Esso verrà percepito solo, dalla somma dei colori primari.
Inoltre, il verde è ampiamente utilizzato nella psicologia del colore, per i suoi effetti calmanti e rilassanti.
È spesso associato alla tranquillità e all’equilibrio emotivo, ed è per questo che le stanze verdi sono comunemente utilizzate in ambienti terapeutici o di meditazione.

IL VERDE NELL’ANTICHITA’
Nelle antiche civiltà, l’uso del verde non si limitava solo alla simbologia, ma si estendeva anche alla produzione di pigmenti e tinture naturali.
Le tinture verdi venivano ottenute da diverse fonti, principalmente piante e minerali.

I MIEI TESSUTI IN VERDE IN TINTURA

La tintura con le piante, sappiamo bene che richiede tempo e pazienza.
I colori ottenuti sono spesso molto delicati, il verde  in particolare, è un colore difficile e spesso rappresenta una vera e propria sfida.
Perché il verde è così sfuggente? Le foglie contengono principalmente clorofilla, un pigmento verde essenziale per la fotosintesi.
La clorofilla è però instabile e si degrada facilmente con la luce, il calore e gli agenti chimici.
Estraendola dalle foglie, spesso si ottiene un verde giallognolo o olivastro, non il verde brillante che si desidera.
Queste in foto qui sotto, sono le varie tonalità che sono riuscita ad ottenere

I miei tessuti in verde
I miei tessuti in verde

In realtà le tonalità sono molte, dal verde/giallo, al verde salvia, fino al verde oliva, muschio o militare. Devo dire che mi piacciono tutte, ma come dicevo prima, non è proprio così facile e scontato, ottenerle. Leggi tutto “I miei tessuti in verde”